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POZZUOLI/ Bradisismo, il 2023 si chiude con una tregua ma l’attenzione resta alta

POZZUOLI/ Bradisismo, il 2023 si chiude con una tregua ma l’attenzione resta alta
  • Pubblicato4 Gennaio 2024

POZZUOLI – Bradisismo nei Campi Flegrei, il 2023 si chiude con dati più rassicuranti. Dalla metà di dicembre, infatti, non si registrano deformazioni del suolo significative. Inoltre nella settimana dal 25 al 31 dicembre sono stati rilevati solo sei terremoti di lieve intensità. È a partire dal 2005 che è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera dei Campi Flegrei, ancora in atto. Ad oggi, il valore massimo di sollevamento raggiunto, a novembre 2023, nel Rione Terra a Pozzuoli è di circa 118 cm, di cui 85 cm da gennaio 2016. Da gennaio a novembre 2023 il sollevamento registrato è di 17 cm. Dal 2018, tale fenomeno è accompagnato da un graduale incremento dell’attività sismica, sia nel numero di terremoti sia nella loro magnitudo.

IL PIANO SPEDITIVO DI EMERGENZA – Il recente intensificarsi della crisi bradisismica, culminata negli eventi di settembre e ottobre 2023, ha reso necessario il potenziamento delle attività di monitoraggio del vulcano da parte dell’INGV e degli altri Centri di Competenza e, più in generale, un rafforzamento delle azioni di prevenzione svolte dal Sistema di Protezione Civile. Il Governo ha inoltre approvato un decreto legge “Misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei”, successivamente convertito nella legge n. 183 del 7 dicembre 2023. Il provvedimento definisce le azioni principali che il Sistema della Protezione civile deve mettere in campo per rispondere efficacemente a una situazione di rischio complessa come quella che caratterizza l’area dei Campi Flegrei. La normativa prevede anche un piano speditivo di emergenza per l’area dei Campi Flegrei ai fini di definire una specifica strategia e mettere in campo procedure operative per rispondere agli effetti del bradisismo.

LE ZONE DI INTERVENTO – La zona di intervento – fa sapere il Dipartimento di Protezione Civile – è quella caratterizzata da sollevamenti uguali o superiori a 10 cm dal 2015 (corrispondenti a circa 20 cm dal 2006) e include parte dei Comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli (Quartiere di Bagnoli e parte della municipalità di Soccavo/Pianura e di Posillipo). Comprende una popolazione totale di 84.961 persone e un numero complessivo (stimato) di edifici residenziali pari a 15.516 distribuiti per Comune. All’interno della zona di intervento, è stata individuata una zona di intervento “ristretta”, nella quale potrebbero registrarsi, in modo diffuso, i maggiori effetti, se il fenomeno del bradisismo dovesse proseguire e/o intensificarsi. Tale zona è caratterizzata da sollevamenti uguali o superiori a 30 cm dal 2015 (circa 45 cm dal 2006) e include parte dei Comuni di Pozzuoli e Napoli, (quartiere di Bagnoli). Comprende una popolazione totale di 33.653 persone e un numero complessivo (stimato) di edifici residenziali pari a 6.929, distribuiti per Comune.

LA STRATEGIA – Data l’imprevedibilità che caratterizza il bradisismo, la strategia operativa del Piano speditivo non si può basare sulla variazione di livelli di allerta e fasi operative definite a priori. La risposta di Protezione Civile si basa quindi su tre diversi scenari operativi. Nel primo scenario operativo le scosse di terremoto producono danni limitati e localizzati in piccole porzioni di territorio della zona di intervento. La risposta consiste quindi in: azioni di ripristino e messa in sicurezza puntuali o nell’interdizione dei pochi edifici e delle infrastrutture danneggiate. Tale risposta – si legge nel Piano speditivo – è attuata dal livello locale e regionale in raccordo con il livello nazionale. Nel secondo scenario operativo, le scosse di terremoto producono danni più severi in porzioni più ampie del territorio e a un numero significativo di strutture e infrastrutture nella zona di intervento. La risposta consiste quindi in: azioni di verifica speditiva dei danni agli edifici e alle infrastrutture; eventuali interventi di rimozione del pericolo per la pubblica e privata incolumità; ripristino degli edifici e delle infrastrutture coinvolte; operazioni di soccorso e assistenza della popolazione. Sulla base delle valutazioni degli impatti sulle strutture e infrastrutture, si determina il coinvolgimento del livello nazionale attraverso il coordinamento da parte del Comitato operativo della protezione civile e attraverso la successiva eventuale attivazione della Direzione di Comando e Controllo-DiComaC. Nel terzo scenario operativo, le deformazioni subiscono un aumento importante in accelerazione e la sismicità aumenta in frequenza ed energia nel territorio della zona di intervento ristretta, provocando danni strutturali significativi agli edifici e alle infrastrutture e criticità tali da non poter più garantire, in modo efficace, i servizi essenziali per i cittadini. Sulla base delle valutazioni degli impatti sulle strutture e infrastrutture, il Dipartimento della protezione civile, in raccordo con la Regione Campania ed i Sindaci dei Comuni interessati, supporta la risposta operativa messa in atto dal livello territoriale, comprese le eventuali azioni di allontanamento parziale o totale della popolazione. La risposta operativa determina il coinvolgimento del livello nazionale attraverso il coordinamento da parte del Comitato operativo della protezione civile e con la successiva attivazione della Direzione di Comando e Controllo-DiComaC.