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POZZUOLI/ Blitz anti-usura: tra gli strozzini anche un puteolano

POZZUOLI/ Blitz anti-usura: tra gli strozzini anche un puteolano
  • Pubblicato8 Aprile 2015
Foto 300
Blitz anti-usura delle Fiamme Gialle

di Violetta Luongo
POZZUOLI – Coinvolto anche un puteolano in un sodalizio criminoso dedito all’usura, scoperto questa mattina dalla Guardia di Finanza di Caserta. Le indagini hanno permesso di individuare la banda con a capo un imprenditore, R.R., di anni 61 residente a Napoli, che, con la complicità del figlio, C.R. di anni 44 residente a Napoli, e del nipote, P.R. di anni 36 residente a Pozzuoli, aveva prestato somme di denaro a tassi elevatissimi, a commercianti che si trovavano in grosse difficoltà economiche.  Il nucleo di polizia Tributaria della delle Fiamme Gialle ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, conti correnti e società, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica alla sede, nei confronti dell’ imprenditore napoletano e di alcuni suoi prestanome. Il provvedimento ha interessato complessivamente 7 soggetti, 8 unità immobiliari, 2 terreni e 2 rivendite di tabacchi, ubicati nelle province di Napoli, Chieti e Pisa, nonché 41 conti correnti, varie quote di partecipazione societarie e 11 veicoli, tra cui 2 auto di lusso, per un valore complessivo di oltre due milioni di euro.

CHIESTI A TABACCAIO INTERESSI DEL 5% – In uno degli episodi contestati, è emerso che gli indagati, a fronte del prestito concesso, si erano fatti consegnare dalla titolare di una rivendita di tabacchi, mensilmente, somme di denaro maggiorate degli interessi del 5%, finché la vittima, non potendo più far fronte ai debiti contratti, era stata costretta a cedere, in cambio dell’esigua somma di 12.300 euro, l’intera attività commerciale, comprese le concessioni governative di rivendita di tabacchi, accettazione del gioco del lotto e del totocalcio.

PRESTITI A STROZZO – Un altro caso, invece, ha riguardato la concessione di un prestito a strozzo di € 80.000 a due coniugi che, avendo subito ingenti danni al mobilificio che gestivano a causa di un alluvione, non riuscivano più ad onorare le rate del mutuo acceso per comprare la propria abitazione. Uno degli usurai si era proposto per l’acquisto della casa ad un valore simbolico di euro 38.000, rassicurando la coppia che avrebbe provveduto a pagare le rate di un nuovo mutuo contratto a suo nome. In realtà, alcuni mesi dopo, i coniugi venivano a conoscenza che l’indagato, oltre a cedere l’appartamento a due suoi prestanome, aveva anche incassato il successivo prestito concesso dalla banca a favore di questi ultimi, i quali, non onorando anch’essi il proprio debito, erano stati espropriati dell’immobile che veniva messo all’asta. Grazie agli accertamenti svolti dai finanzieri, estesi anche ai tre nuclei familiari degli usurai, per complessivi dieci soggetti, è stato possibile appurare una palese sproporzione tra il tenore di vita, le disponibilità finanziarie e gli ingenti investimenti patrimoniali effettuati rispetto ai redditi dichiarati dagli indagati.