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POZZUOLI/ 56 anni di carcere: mazzata per 8 affiliati al clan Longobardi-Beneduce – LE FOTO

POZZUOLI/ 56 anni di carcere: mazzata per 8 affiliati al clan Longobardi-Beneduce – LE FOTO
  • Pubblicato10 Ottobre 2015

POZZUOLI – Cinquantasei anni di carcere per 8 persone affiliate e vicine al clan Longobardi-Beneduce di Pozzuoli e la parola “fine” che viene messa dopo “Penelope”, la maxi operazione che nel 2010 portò in carcere 84 persone. All’alba di ieri i carabinieri della Compagnia di Pozzuoli, diretti dal capitano Elio Norino, li hanno arrestati su ordinanza di carcerazione in seguito alla sentenza della corte di Cassazione che ha emesso le condanne definitive. Tra gli 8 affiliati finiti in carcere c’è anche Massimiliano Beneduce, figlio del boss Gaetano e Salvatore Baldino, cognato del RAS di Toiano, Procolo Pagliuca e marito di Cinzia. Gli arresti sono stati effettuati nei quartieri di Monterusciello, Rione Toiano, nel comune di Quarto e nella cittadina pugliese di Melfi, dove si trovava Giancarlo Bucci.

I NOMI E LE CONDANNE

Massimiliano Beneduce, 42 anni – condannato a 6 anni di reclusione
Castrese Attore, 46 anni – condannato a 6 anni di reclusione
Ferdinando Marcellino – 49 anni – condannato a 6 anni di reclusione
Alberto De Simone – 29 anni – condannato a 4 anni di reclusione
Salvatore Baldino, 36 anni – condannato a 11 anni di reclusione
Giuseppe loffredo, 40 anni – condannato a 11 anni di reclusione
Donato Panarelli, 70 anni – condannato a 6 anni di reclusione
Giancarlo Bucci giancarlo, 45 anni – condannato a 6 anni di reclusione

GLI ARRESTI – Gli otto sono stati condannati in seguito della dichiarazione di non ammissibilità di un ricorso in Cassazione da loro presentato dopo la sentenza emessa nel 2013 dalla Corte di appello di Napoli. Subito dopo i carabinieri hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso venerdì dalla Procura Generale di Napoli. Massimo Beneduce, Castrese Attore, l’elettrauto della banda Pagliuca vicina ai Longobardi, l’imprenditore componente del gruppo “Quelli del Bivio di Quarto” Ferdinando Marcellino e Alberto De Simone sono stati condannati per associazione di tipo mafioso, Salvatore Baldino e Giuseppe Ioffredo per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti con l’aggravante delle modalità mafiose, Donato Panarelli per di traffico di stupefacenti aggravato da modalità mafiose, Giancarlo Bucci, gestore di un ormeggio per rapina, estorsione e violazione della legge sulle armi aggravati da modalità mafiose.

LA MAXI OPERAZIONE – Tutti furono arrestati nel 2010 durante l’operazione Penelope nata da indagini svolte sul sodalizio flegreo capeggiato da Gennaro Longobardi e Gaetano Beneduce condotte tra il 2004 e il 2009 dal Nucleo Investigativo del comando provinciale di Napoli e dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Pozzuoli. Quattro i pentiti che raccontarono i fatti del clan: Antonio Perrotta, Alessandro Lucignano, Francesco De Felice, Rosario Solmonte. Prima delle sentenze dell’altro ieri due sono state le tappe fondamentali del processo: il 20 settembre del 2011 con le sentenze di primo grado e il 22 luglio del 2013 con le sentenze di appello. E proprio dall’appello che erano arrivate le “sorprese “ maggiori Beneduce, Attore e Baldino che dopo essere stati assolti in primo grado furono condannati due anni dopo rispettivamente a sei, sette e undici anni e quattro mesi.