MONTE DI PROCIDA/ Ventinove caduti in guerra dimenticati, una ricerca li riconsegna alla memoria – LE FOTO
diredazione
Pubblicato9 Novembre 2015
MONTE DI PROCIDA – Ventinove caduti in guerra dimenticati dalla storia. Un vuoto nella memoria di un popolo colmato dopo cento anni dal lavoro di un appassionato di storia che, dopo mesi di ricerche, ha ridato luce a chi ha sacrificato la propria vita per la Patria. Ventinove uomini che finalmente sono tornati a casa, i loro nomi scalfiti su una lapide posta nella piazza di Monte di Procida. E’ nel più piccolo dei comuni flegrei che domenica 8 novembre è stata riscritta la storia, grazie al lavoro di Pasquale Mancino, montese appassionato di storia. Alla città sono stati riconsegnati i 29 nomi di giovani morti nella guerra del 1915-1918, durante una cerimonia a cui hanno partecipato il sindaco di Monte di Procida, Giuseppe Pugliese, il vice sindaco di Bacoli, Marco Di Meo, e i rappresentanti delle istituzioni locali insieme a tanti cittadini. Di seguito riportiamo il racconto dell’autore della ricerca storica.
LA RICERCA – 100 anni fa, oggi siamo nel centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, alcuni nostri compaesani hanno lasciato Monte di Procida, le proprie famiglie… per andare in guerra a combattere e non hanno fatto più ritorno e la cosa incredibile è che la storia si è dimenticata di loro, della loro esistenza, del loro sacrificio. I loro nomi non sono scolpiti sulle facciate di questo monumento al pari degli altri. Premetto che io non sono uno storico, mi occupo di informatica, diciamo che sono un appassionato della storia e delle tradizioni montesi. Io amo Monte di Procida, ma non avrei mai immaginato di realizzare una ricerca storica. In realtà era mia moglie che stava cercando notizie del suo bisnonno, sardo, dispero sul Carso durante la grande guerra ed anche io fui spinto, per pura curiosità a fare ricerche con il mio cognome ben sapendo che su queste pareti non c’è nessun caduto con il mio cognome, eppure mi ritrovai davanti “Mancino Salvatore Monte di Procida”… pensai subito ad un errore ma davanti a me avevo l’albo d’oro ufficiale dei caduti della prima guerra mondiale e non poteva essere un errore, semmai l’errore stava qui sul monumento, l’errore stava nella storia. E pensai subito che quel nome poteva probabilmente non era l’unico ad essere escluso dalla lista e quindi mi sentii in dovere di continuare la ricerca.
La ricerca è durata mesi, anche perchè il mio tempo libero non è proprio moltissimo e perchè ho ripassato più volte l’intero albo dei caduti della provincia di Napoli e Salerno, che stanno insieme in un unico volume dove, purtroppo, ci sono circa 25.000 caduti. E non vi nascondo che mi tremavano le gambe ogni volta che voltavo pagina, soprattutto quando mi avvicinavo ai cognomi nostrani e faticavo a trattenere le lacrime ogni volta che trovavo un nostro compaesano. Cosa che non mi è invece riuscita quando ho trovato “Costagliola Tommaso di Luigi” marinaio crem morto a bordo nel 1918, età 19 anni. Un ragazzino, il più giovane di tutti i caduti montesi che quando è iniziata la guerra nel 1915 aveva appena 16 anni. La mia ricerca non si è limitata solamente a cercare dei nomi, ma per ognuno di loro, sia per i nuovi che per quelli già conosciuti, ho cercato di raccogliere quante più informazioni possibili: la data di nascita, il distretto ed il reggimento di appartenenza, i luoghi dove hanno combattuto e purtroppo anche come, quando e dove sono morti. In un certo senso è stata ridata un’anima a questa fredda lista di nomi.
Alla fine della ricerca ho contato 29 nuovi nostri compaesani, pensate che sul monumento ce ne sono 31, quindi possiamo dire che il sangue versato dai montesi nel conflitto mondiale risulta praticamente raddoppiato rispetto a quello che si conosceva.
Ci tengo a ringraziare particolarmente il sindaco Giuseppe Pugliese per la sensibilità dimostrata con i fatti verso questa ingiustizia, questa iniquità storica. Come vedete qui vicino c’è una nuova lapide che dopo sarà scoperta dal sindaco e che contiene tutti e 29 i nomi dei nostri giovani e sfortunati compaesani. Questa lapide rappresenta il nostro abbraccio, l’abbraccio di tutta Monte di Procida, quell’abbraccio materno che non hanno mai più potuto ricevere. Questa lapide vuole segnare il loro ritorno a casa, il ritorno nella loro Monte di Procida, il ritorno nella storia di questo paese.
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