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Magic World, protesta al Tribunale per chiedere la riapertura

Magic World, protesta al Tribunale per chiedere la riapertura
  • Pubblicato26 Maggio 2016

27LICOLA – Protesta dei dipendenti del Magic World all’esterno del Tribunale di Napoli. Questa mattina in decine si sono dati appuntamenti per chiedere la riapertura del parco acquatico di Licola e salvare centinaia di posti di lavoro.

LA RICHIESTA – «Ho chiesto di incontrare il giudice Stefano Graziano per capire per quale motivo, quest’anno, non permetterà l’apertura del Magic World così come è accaduto nelle due precedenti stagioni estive, quando, pur in presenza dell’iter per il fallimento, si era deciso di permettere l’apertura dando lavoro a oltre duecento persone e ricavandone anche un guadagno per il Tribunale che può mettere quelle somme a disposizione dei creditori della società che gestiva il parco divertimenti ed è poi fallita». Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che, anche grazie a La radiazza di Gianni Simioli, sta seguendo con molta attenzione la vicenda dei lavoratori in agitazione e, questa mattina, era con loro a sostenere la protesta fuori la sede del Tribunale di Napoli. Con Borrelli c’era anche una delegazione del Comune di Giugliano, guidata dal consigliere comunale dei Verdi, Giuseppe D’Alterio, e dal coordinatore dei Verdi dell’area flegrea, Giovanni Sabatino.

TUTELARE IL PARCO «Purtroppo abbiamo verificato personalmente che il giudice Graziano non era presente in sede e abbiamo concordato di tornare martedì quando il magistrato sarà nuovamente in sede -ha aggiunto Borrelli – bisogna battere tutte le strade per aprire il parco anche quest’anno, anche nell’interesse dello stesso Tribunale che, al momento, sta spendendo decine di migliaia di euro per garantire la vigilanza all’area e impedire che possa essere presa di mira dai vandali. Vogliamo che il giudice Graziano ci dica il motivo per cui non ha intenzione di far aprire Magic World, magari sono anche motivazioni condivisibili e inoppugnabili, ma bisogna comunicarle perché sono in gioco le vite di centinaia di persone che hanno in quel lavoro stagionale anche l’unico reddito su cui fare affidamento».