L’APPELLO/ «Salviamo la Puteolana tutti insieme»

MESSAGGIO:

Credimi, non è retorica: abito ad Arco Felice e da sempre, accompagnato da mio padre, ho passeggiato per Pozzuoli, soprattutto durante la festa dei caduti. Sono sempre rimasto affascinato da questa città, ma in particolare mi colpiva, seppur alcuni lo reputino sguaiato, il dialetto puteolano, non è una questione di gusti e di dialetto in se, mi attirava il fatto che una lingua tanto complessa fosse parlata da cosi tante persone. Difatti tutto il popolo puteolano, che abitasse Monteruscello, Licola, Toiano, Pozzuoli, in virtù di ciò sembra una grande famiglia. Siamo infatti una comunità legata da un dialetto e da molteplici tradizioni: tutti a Pozzuoli sanno cosa è il pennone, i fuochi d’artificio e la processione della Madonna Assunta, del fatto che durante il giorno di San Procolo è probabile che sia cattivo tempo, delle pizzette fritte alle 19 della vigilia di natale, della pizza con la scarola lo stesso giorno, tanti piccoli aneddoti per dirne alcuni. Eppure però a Pozzuoli, poiché frammentata in tanti quartieri, non esistono delle vere piazze, non ci sono luoghi dove farci una chiacchierata, una partita a carte, dove raccontarci il passato, le storielle, le leggende…In questo contesto la Puteolana, forse perché sogno e seguo utopie, per me potrebbe rappresentare un elemento per unire un popolo, il Conte sarebbe la casa di tutti. C’è bisogno appunto di preservare questa identità, nella vita e nello sport. Siamo ”Puzzulan” e fieri!
Raffaele F.