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LA STORIA/ Piazza della Repubblica, mutamenti nel tempo e proposte di recupero – LE FOTO

LA STORIA/ Piazza della Repubblica, mutamenti nel tempo e proposte di recupero – LE FOTO
  • Pubblicato29 Ottobre 2014
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A cura del professore Raffaele Giamminelli
POZZUOLI – Appena dopo l’eruzione del Monte Nuovo (1538), don Pedro de Toledo (1532-1553) attuò un organico piano di sviluppo urbanistico a nord della cittadella medioevale (rione Terra), affidando l’incarico all’architetto Ferdinando Manlio o Ferrante Maglione, che curò anche la progettazione del palazzo vicereale. Il nuovo insediamento si articolava su una maglia viaria ortogonale, lasciando un ampio spazio dal trecentesco nucleo di abitazioni, addossato alla rupe tufacea del castro. Ebbe origine, così, una piazza allungata sull’arteria stradale dal ponte (Porta Napoli) al mare, sulla cui riva sorse, all’inizio del Cinquecento, una cappella che diventò, nel 1624, la prima parrocchia extramoenia col titolo di Santa Maria delle Grazie. Caratteristica della nuova piazza un enorme albero -1- allineato sull’asse dell’attuale via Vincenzo Cosenza. (A)1584

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Il vescovo Martin de Leòn y Càrdenas (1631-1650), a conclusione dei lavori di restauro dell’antico acquedotto campano, realizzò, verosimilmente intorno agli anni Quaranta, al posto del grande albero, una marmorea fontana -2- con vasca esagonale e alto calice circolare, sostenuto da un articolato stelo. La scelta del sito rispondeva a precise esigenze urbanistiche e scenografiche. Infatti, il Vescovo spagnolo, tra le tante opere pubbliche, ristrutturò anche il pendìo San Celso e ampliò la porta pedonale di accesso alla città alta (rione Terra), tuttora detta Portanova, ponendo la fontana proprio sulla direttrice del nuovo varco. L’esagono della vasca fu orientato con un angolo verso la strada Portanova, mostrando sui due lati contigui gli stemmi del Vescovo e dell’Università (Comune); per simmetria furono ripetuti anche sugli altri due lati opposti, rivolti grosso modo verso l’attuale via Vincenzo Cosenza. Solo così era possibile mostrare simultaneamente gli emblemi a chi scendeva dalla città murata o a chi vi saliva. (A)1640

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L’anno dopo il trasferimento del vescovo de Leòn alla sede arcivescovile di Palermo (1650) i cit-tadini e l’Amministrazione comunale di Pozzuoli, riconoscenti gli eressero nella piazza maggiore un monumento -3-, attribuito allo scultore Giuliano Finelli o alla sua bottega, sistemandolo ad est della fontana. (A)1651 Nel dicembre del 1693, nei pressi di casa Migliaresi, al largo Malva (attuale villa comunale), fu rinvenuta la base del monumento dell’Imperatore Tiberio e sistemata nel largo Cesare Augusto -4-, come si rileva nella realistica incisione all’acquaforte della piazzetta, pubblicata nel Voyage Pitto-resque… di J. C. R. de Saint-Non, 1781-86. Nella seconda metà dell’Ottocento la base fu trasferita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli; un calco è esposto nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei del Castello di Baia.

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La piazza maggiore non mutò il suo aspetto fino al 1706, quando fu installata ad ovest un’altra scultura -5-, ritrovata nel 1704 scavando le fondazioni della chiesa di San Giuseppe, raffigurante il console romano Quinto Flavio Mesio Egnazio Lolliano Mavorzio (IV sec.). L’iscrizione Mavortii sulla parte superiore del basamento, per assonanza, gli valse il nome popolare di “Mamozio”, sino-nimo di grullo, imbecille, allocco, citrullo. Tanti aggettivi dispregiativi per un personaggio così im-portante erano giustificati dal fatto che alla statua, rinvenuta acefala, fu appiccicata una testa piccola e con un sorriso da ebete. Ben presto “Mavorzio-Mamozio”, per la sua ieratica posizione, fu elevato al rango di “Santo” e divenne oggetto di frizzi e lazzi da parte dei puteolani e dei napoletani che frequentavano il rinomato mercato del pesce e delle erbe, posto proprio intorno alla fontana e sotto le due sculture. (A)1693/1706

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Nel 1836, sindaco Antonio Oriano, sul lato orientale della piazza, al posto di un’antica fontanella, fu realizzata, su progetto dell’architetto Ciro Cuciniello, impresa napoletana Giuseppe Malfitano, la monumentale fontana detta dei “4 cannelli” -6-. (A)1836 Le statue del vescovo spagnolo e del console romano si fronteggiarono, con la fontana al centro, fino al 1918, anno in cui fu progettata una nuova sistemazione della piazza, in rapporto ai lavori di bonifica del borgo (1913-1923). La fontana -2- fu leggermente traslata verso occidente, la scultura del console Mavorzio trasferita nell’anfiteatro neroniano-flavio (oggi al Castello di Baia, nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei) e il monumento del Vescovo spagnolo -3- fu spostato nel largo Cesare Augusto, alle spalle del palazzo “Jackson”. Con la scomparsa dalla scena di Mavorzio, l’appellativo di “Santo Mamozio” passò al vescovo de Leòn.

 

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Nel 1922, su progetto dell’ingegnere Pasquale Attanasio, fu costruita, dall’impresa puteolana Gaetano Volpe, la cassa armonica circolare, per la quale furono utilizzati i blocchi di piperno del bordo esterno e i lampioni di quella esistente nella villa comunale, nei pressi del teatro Sacchini. Contemporaneamente fu distrutto l’originario basamento della fontana e ne fu costruito un altro. (B)1918/1922

 

 

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Un radicale intervento sulla fontana dei “4 cannelli” risale tra gli anni Ottanta/Novanta del secolo scorso, con l’abolizione della recinzione quadrata, ricostruzione del vecchio basamento con le colonnine paracarro. Nessun commento sull’ultimo “restauro” dell’obelisco e dei quattro stilizzati del-fini/orche. Tra gli anni Novanta/Duemila, fu rifatto il pavimento della cassa armonica con grande stemma cittadino in ceramica al centro.Il 28 ottobre 1928 fu inaugurato il nuovo giardinetto occidentale, a forma di trapezio allungato, più volte rimaneggiato. Nell’opera di ricomposizione della fontana fu rifatto, in forme diverse, lo stelo marmoreo che sorregge il calice; fu restaurato il bordo della vasca, consumato per essere stata utilizzata come lavatoio pubblico, e, per effetto della rotazione della struttura esagonale, furono spostati gli stemmi, privilegiando la visione dalla parte alta della piazza. Nel 1959 fu sistemata, verso il palazzo “Jackson”, la statuina dell’Immacolata -7- su una colonna corinzia di età romana, appoggiata su un alto piedistallo, progettato dal perito edile Arcangelo Patierno, per volere del beneamato parroco mons. Michele Maddaluno.  (B)1959

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Nel 1964, a cura della locale Azienda de Turismo, “Santo Mamozio”, ovvero monsignor de Leòn y Càrdenas, dal nascosto largo Cesare Augusto, fu trasferito nella villetta antistante alla chiesa del Carmine; ma, anche qui, la scultura non trovò pace, con imbrattamento della base che servì, addirit-tura, da spazio per affissione di manifesti.Il 4 giugno 1983 fu inaugurata la nuova villetta di forma ovoidale, realizzata, su progetto dell’architetto Giuseppe Falvella, dall’impresa puteolana Giacomo Cipolletti, con finanziamenti della citata Azienda del Turismo, per una spesa complessiva di circa cento milioni di lire. La seicentesca fontana -2- fu nuovamente spostata verso occidente e allontanata dall’asse della piazza; sulla parte anteriore dell’ovale fu collocata la colonna corinzia con la piccola statua dell’Immacolata -7-. Le articolate aiuole rialzate, furono decorate con maioliche raffiguranti antiche vedute di Pozzuoli, realizzate dalla ditta C. Solimene di Vietri sul Mare; prima vandalizzate e poi distrutte con l’intervento in atto. Ancora l’Azienda del Turismo di Pozzuoli, su proposta e progetto di chi scrive, spostò nuova-mente la statua del vescovo de Leòn, dal Carmine nel giardinetto della piazza maggiore -3-, a sud della seicentesca fontana esagonale. Il 3 maggio 1987, il monumento fu smontato, restaurato da Ro-sario Fasano e rimontato tra il 2 e 3 agosto dello stesso anno.   (B)1983/1987.

 

b2014Tra il progetto di sistemazione della zona  – pubblicato in Internet, sito del Comune –, redatto dall’architetto Fiorella Campana, e i sommari grafici esposti sulla recinzione del cantiere, si rileva una sostanziale modifica: la statua dell’Immacolata è spostata dalla piazza nel largo Cesare Augusto.  Dalla cronologia degli episodi monumentali ho elaborato una proposta di massina, nel rispetto di un effettivo recupero della memoria storica. (B)2014 Nella piazza maggiore, la fontana esagonale -2- (1640), il Vescovo -3- (1650/1651) e, allineato verso settentrione, il calco di Mavorzio -5- (1706); in tal modo, traslando poco più avanti la fontana, non andrebbe rimosso il monumento del Presule spagnolo e potrebbe rimanere anche la cabina elettrica.Nel largo Cesare Augusto, titolo attribuito a tutti gli imperatori dopo Ottaviano, il calco della ba-se di Tiberio -4- (1693). Nel largo Santa Maria delle Grazie, in aderenza al toponimo, la statua dell’Immacolata -7- (1959), possibilmente di dimensioni più grandi, utilizzando una delle sculture, molto più belle, oggi collocate nei pressi della Curia Vescovile e della Casa Pio XII.