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LA SENTENZA/ Verbali per “sacchetto selvaggio” a rischio annullamento

LA SENTENZA/ Verbali per “sacchetto selvaggio” a rischio annullamento
  • Pubblicato6 Ottobre 2014

di Alessandro Napolitano

Il Tribunale di Napoli - sezione staccata di Pozzuoli
Il Tribunale di Napoli – sezione staccata di Pozzuoli

POZZUOLI – Centinaia di multe per la mancata differenziazione dei rifiuti a rischio annullamento e una valanga di ricorsi in tribunale. E’ ciò che si teme possa accadere dopo la sentenza emanata dal giudice di pace di Pozzuoli riguardo una contravvenzione che il Comune di Monte di Procida aveva elevato nei confronti di una donna. Questa avrebbe violato le norme sulla raccolta differenziata, gettando assieme rifiuti di diversa natura. Secondo chi ha scritto il dispositivo, l’avvocato Italo Bruno, l’atto sarebbe illegittimo in quanto non sarebbe stato identificato con certezza l’autore del “reato”. La polizia municipale aveva trovato in un sacchetto dei rifiuti abbandonato in strada la ricevuta di un pagamento intestato alla donna.

 

LA SENTENZA – L’individuazione della “rea” era quindi giunta per “presunzione” e non con certezza. Il giudice di pace ha infatti spiegato che anche nel diritto amministrativo vale quanto stabilito in campo penale. Non si può ricorrere al concetto di responsabilità oggettiva. Il giudice ha quindi dichiarato nulla la contravvenzione ed ha inoltre condannato lo stesso Comune al rimborso dei 37 euro comminati alla ricorrente. E’ più che probabile, ora, che tutti coloro che sono stati multati con le stesse modalità possano ricorrere al giudice di pace, sperando che anche il loro caso venga trattato come quello che ha fatto scattare la sentenza “storica”. Tanti sono ad esempio i cittadini che nella primavera scorsa sono stati multati dalla polizia municipale di Pozzuoli, dopo che si risalì alla loro individuazione da quanto trovato nei sacchetti abbandonati in strada. Bollette, ricevute, fatture. Non fu difficile per i caschi bianchi risalire ai responsabili.

 

LE MOTIVAZIONI DEL GIUDICE – I verbali fioccarono in gran numero. Ma ora tutto potrebbe cambiare. “Detto in parole molto semplici, la responsabilità non può essere né del nucleo familiare, né del “capo famiglia” se la condotta illecita l’ha commessa la moglie o un altro convivente – spiega l’avvocato Angelo Greco del foro di Cosenza attraverso il suo portale laleggepertutti.it – Infatti, risponde della sanzione solo chi materialmente ha commesso l’azione. Dunque, nell’ipotesi in cui le autorità rinvengano in una busta chiusa, rifiuti commisti di vario genere (come nel caso deciso dal giudice campano) non possono, per ciò solo, inviare la multa al titolare dell’appartamento che paga la tassa sui rifiuti (sulla presunzione che sia stato questi a non osservare l’ordinanza comunale sulla differenziata), ma devono identificare, con precisione e senza margini di dubbio, chi ha commesso l’illecito”.