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La protesta del ristorante di Bacoli: serrande alzate dopo il coprifuoco

La protesta del ristorante di Bacoli: serrande alzate dopo il coprifuoco
  • Pubblicato27 Ottobre 2020
Il ristorante “il Maialone” di Bacoli

BACOLI – Luci accese e serrande alzate. Così ieri sera i titolari del ristorante “Il Maialone” di Bacoli hanno deciso di esprimere il proprio dissenso nei confronti del Dpcm, che stabilisce la chiusura di ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie e bar alle 18. La protesta pacifica ha presentato come sfondo il locale sito nel cuore del centro storico e tante altre attività di Bacoli e Monte di Procida che, dopo il lockdown, hanno deciso di dare vita all’associazione “Attività Flegree Unite”. «Un ristorante non è movida, ma una forma di sostentamento per le famiglie che ci lavorano. Io ho tre figli: una ragazza che studia al liceo e due gemelli di 5 anni», afferma Michela, titolare de “Il Maialone” di Bacoli. Al suo fianco c’è Lorenzo, titolare e socio del locale ubicato a 300 metri dal mare.

Michela e Lorenzo, titolari del ristorante “Il Maialone”

L’SOS DEI RISTORATORI – «Abbiamo messo in scena un’azione dimostrativa che, purtroppo, nel centro storico di Bacoli ha presentato poche adesioni. Speravo ci fosse un maggiore riscontro tra i ristoratori e invece ci siamo ritrovati da soli ad aprire il locale alle 23. Siamo rimasti aperti soltanto per circa mezz’ora per lanciare a gran voce il nostro grido d’aiuto», racconta la proprietaria del ristorante in cui la fa da padrone la tradizione partenopea.

STASERA SIT-IN AL PORTO DI BAIA – Stasera alle 20 al porto di Baia si terrà un sit-in promosso dall’associazione “Attività Flegree Unite” e che coinvolgerà molti imprenditori del territorio costretti ad abbassare le saracinesche alle 18. I promotori dell’iniziativa annunciano di voler «sensibilizzare chi crede che continuando così andrà tutto bene». «Noi ci siamo: siamo uniti, attivi e pacifici – affermano gli organizzatori – Obbligo di Mascherina. Siete tutti invitati». I partecipanti avranno tra le mani una candela per ‘accendere’ la speranza che qualcosa possa cambiare.