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LA POESIA/ «Pozzuoli siamo noi»

LA POESIA/ «Pozzuoli siamo noi»
  • Pubblicato5 Maggio 2016

rione-terra2Pozzuoli. Sotto il cielo infinito,
alla soglia dell’Ade,
c’è un giardino incantato
popolato da fate.
Ti osservo fratello
dal vestito corvino
e dal capo canuto,
il tuo vocio non è suono di liuto,
stridulo, goffo e strano,
eppure divino
richiamo.
Stordito da quest’aria sulfurea,
catturato, rapito
dalla tua pupilla purpurea,
son desto eppur mi sembra di sognare. In un attimo tutto si ferma
sotto questi pioppi,
non ronzano le zanzare,
non volano i pappi,
calma piatta come l’acqua rafferma.
La tua testa la fende,
poi il corpo che affonda,
trattengo il respiro
mentre nuoti nel nero
come un pesce del mare,
eppure hai ali e potresti volare.
Dalle altre sponde
ti osserva Partenope.
Dove sei andato a finire?
Forse laggiù qualcuno ti chiama:
Omero, Enea, Virgilio o Dante,
Forse ti trattiene
il marito di Penelope
oppure la Sibilla Cumana?
Un pensiero mi sovviene,
vaghi come un’anima persa
sulla barca di Caronte,
forse il vecchio ti ha portato sullo Stige
o l’Acheronte.
Sei giù da tanto e tutto è attesa,
viviamo insieme
in questa vita sospesa.
Poi…
Ritorni tra noi
con grande sorpresa,
sbuffi di luce,
scaglie di sole,
mi copro gli occhi con le dita
per il riverbero.
Hai battuto Cerbero,
ti davan per morto ,
sei tornato alla vita,
risorto.
Ed è così all’infinito,
questa eterna lotta per campare,
che per vedere la luce,
il buio devi attraversare,
devi affrontare la sorte ,
rischiare la morte,
scendere giù per risalire.
E tu maestro pennuto
che non voli,
insegni a me che nella vita si è come Pozzuoli.
Che questo mare che ci lambisce,
così bello da guardare,
come una sposa infedele,
un po’ ci bacia e un po’ ci tradisce.
Che questa terra arsa e calda,
così sincera eppur bugiarda,
che sembra ferma, ma in costante moto,
ci vezzeggia e ci protegge
poi si abbassa per risalire,
non la smette di oscillare,
poi si distrugge con un terremoto.
E tante volte è andata giù,
nel suo eterno dondolare,
in balia della lava , come una barca in mezzo al mare.
E tante volte arriva l’onda,
la tira giù, l’affonda
e tante volte è stata brava a risalire,
riemergere,
risorgere.
E noi qui come te balliamo
questa eterna danza,
un po’ affondiamo,
un po’ riemergiamo.
Oramai abituati a trarre coraggio dalla paura,
bellezza dalla bruttura,
da un raggio di sole speranza,
facciamo il pallone come pesci da paranza.
E anche se qualcuno di noi, esce dalla rete,
per cercar fortuna lontano,
è qui sempre coi pensieri
anche se non lo crede.
Siamo insieme e stretti per mano,
anche se tira vento,
perché se non lo sai,
Pozzuoli è dentro,
anche se non vuoi,
Pozzuoli siamo Noi.

Rosario Lubrano