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LA DENUNCIA DEL CONSIGLIERE/ «Hanno ridotto Pozzuoli a una colonia a disposizione dei “poteri forti”»

LA DENUNCIA DEL CONSIGLIERE/ «Hanno ridotto Pozzuoli a una colonia a disposizione dei “poteri forti”»
  • Pubblicato10 Giugno 2014
Il consigliere comunale Antonio Di Bonito - Bene Comune
Il consigliere comunale Antonio Di Bonito – Bene Comune

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – la lettera del consigliere comunale di Pozzuoli Antonio Di Bonito, rimasto l’unico rappresentante del gruppo consiliare “Pozzuoli Bene Comune” dopo gli addii di Niki della Corte (passato al PD) e Vincenzo Bifulco (che ha aderito al nuovo gruppo consiliare “Città e Territorio”).

 

LA DENUNCIA – Egregio Signor Sindaco, dalle crisi bradisismiche e telluriche degli anni ’70 e ’80 la nostra città è uscita martoriata. A finire sotto le macerie non è stato solo il tessuto urbano, ma anche quello civile. Tessuto civile che – ancora dopo più di trenta anni – stenta a ricomporre la sua trama per ragioni che a Lei sono certamente note. Ma sulle quali riteniamo, a questo punto della nostra storia, sia utile avviare una riflessione collettiva per evitare che il gap che stentiamo a colmare divenga ancora più largo.

 

Le emergenze, come le guerre, mettono inesorabilmente in moto meccanismi di trasformazione economica che fatalmente spostano ricchezze dalle fasce più deboli a quelle più forti. Il “caso Pozzuoli” (crediamo che sia tempo di cominciare a usare questo termine) è, a nostro avviso, emblematico. Non può essere negato che dalle opere post-terremoto molti puteolani abbiano tratto piccoli o grandi benefici (professionisti, imprese, commercianti e tutto l’indotto). Ma questo non basta a lenire i danni che la nostra città ha subito sul piano sociale, civile ed economico. Danni che solo oggi, ad una distanza quasi storica, è possibile cominciare a valutare. Né è bastato a colmare il vuoto economico prodotto dalla de-industrializzazione. Già le modalità con cui fu varato il “piano” Monteruscello avrebbe dovuto mettere in allarme quella classe politica che si preoccupò più della propria sopravvivenza che dei destini della comunità. Monteruscello fu il test da cui prese avvio il processo di erosione della sovranità popolare locale. Da quegli anni, con la miope arrendevolezza di una classe dirigente fragile e interessata, la città di Pozzuoli ha sempre più rinunciato a decidere del proprio destino.

 

Si è assistito da allora ad una vorace, progressiva ed inesorabile appropriazione dei diritti, del territorio e della vita sociale dei cittadini puteolani da parte dei cosiddetti “enti sovraordinati” che, con strumenti di raffinata ingegneria politica, hanno di fatto ridotto Pozzuoli ad una colonia a disposizione degli altrettanti cosiddetti “poteri forti”. Da una prospettiva più ampia è inevitabile sospettare che un disegno interessato abbia approfittato delle debolezze locali per impedire la crescita della nostra terra a favore di altri distretti territoriali. E’ sotto gli occhi di tutti che le “operazioni” messe in campo (Piano intermodale, Rione Terra, Porto) a trenta anni di distanza si siano rivelate solo degli artifici illusionistici. Perché non solo non hanno prodotto gli effetti di propulsione economica con i quali sono state contrabbandate ma, a tutt’oggi, per le informazioni in nostro possesso, sono ben lontane dall’essere concluse.

 

Tant’è che oggi si continuano ancora a spendere soldi per rifare opere e lavori già eseguiti. Ed è legittimo domandarsi quante risorse effettivamente sono o saranno mai disponibili per l’effettivo completamento del Rione Terra.
“Operazioni”, dunque, che hanno portato solo cospicue rendite vitalizie ai macro-soggetti economici coinvolti, lasciando alla città i problemi, i rifiuti e le elemosine di una occupazione precaria senza sbocchi di stabilizzazione. Crediamo, Signor Sindaco, come dicevamo all’inizio, che sia maturo il tempo perché tutta la città si interroghi, in una riflessione collettiva, sulla storia e sullo stato di attuazione delle opere che abbiamo citato. E che, con un’unica voce, chieda conto del passato, del presente e del futuro a chi, forse per pigrizia culturale e politica o anche solo per convenienza, continua a non voler vedere i danni enormi che lo stallo attuale arreca alla nostra città. Uno stallo evidente che impedisce all’attuale gestione politica di poter programmare un futuro certo per lo sviluppo del nostro territorio. E c’è da chiedersi se non sia giunto il tempo di valutare quanti danni economici e di immagine ha arrecato chi ha procurato tale immobilismo. E’ ora che a città chieda il conto per tali danni subiti.

 

E’ il momento che la comunità prenda coscienza della situazione attuale e cerchi al suo interno, con forza e determinazione, affinché come nelle migliori delle fiabe arrivi un principe azzurro per spezzare l’incantesimo che una “strega cattiva” ha inflitto al nostro territorio. Non vogliamo lasciare ai nostri figli macerie sociali ed economiche. Vorremmo che almeno potessero scegliere liberamente il loro destino. Affidiamo a Lei, Signor Sindaco – se riterrà fondate queste nostre considerazioni – l’iniziativa di avviare, con un consiglio comunale tematico, una riflessione in merito a:
1) Perché il prolungamento del Molo Caligoliano, pur completato e collaudato, non viene consegnato alla città, e questa quando potrà avere ultimato il porto commerciale ed il parcheggio di piazza a mare?
2) Quali sono le previsioni della consegna del Rione Terra?
3) Quanti euro sono oggi disponibili per continuare i lavori e per quanto tempo?
4) Quanto si è speso, a tutt’oggi, per i lavori eseguiti e quale è la previsione finale dei costi e tempi di realizzazione?
5) Quando verranno ultimati i lavori di via Fascione che bloccano, con semafori, importanti vie di fuga?

 

Confidiamo in una risposta a breve e, come Suo costume, concreta.

Voglia, pertanto, accettare i miei
Cordiali Saluti

Antonio Di Bonito
Consigliere Comunale “Pozzuoli bene Comune”