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La carica di Elvira, avvocato di Pozzuoli che punta al consiglio comunale di Napoli

La carica di Elvira, avvocato di Pozzuoli che punta al consiglio comunale di Napoli
  • Pubblicato23 Settembre 2021

POZZUOLI – Tra i candidati al consiglio comunale di Napoli c’è anche un avvocato di Pozzuoli: è la 46enne Elvira Del Giudice, in lizza per un posto a palazzo San Giacomo nella lista “Bassolino x Napoli” in coppia con Giancarlo Madonna, anch’egli avvocato. Del Giudice è candidata anche alla I Municipalità che comprende Chiaia, Posillipo e San Ferdinando, mentre Madonna alla X Municipalità.

CHI E’ ELVIRA DEL GIUDICE – Laureata in Giurisprudenza alla Facoltà di Napoli, Federico II nel 1999, ha iniziato subito la pratica forense occupandosi soprattutto di diritto di famiglia e dei minori. A 24 anni, ragazzina, già era impegnata nella tutela dei minori a rischio e nel sostegno alle famiglie meno abbienti. Ha un figlio di 12 anni che frequenta il primo liceo classico ad indirizzo economico-giuridico. “Chi mi conosce sa bene quanto sia sensibile alle problematiche legate alla istruzione, alla possibilità di accesso per tutti agli studi. -dice al nostro giornale – Sono molto attenta alle criticità legate all’accesso alle cure mediche ed alle terapie nonché sensibile a quelli che sono i punti nevralgici della nostra Sanità pubblica e della sua gestione. Conosco le défaillance della macchina “sanità” e credo di poter contribuire ad un suo miglioramento. Mi sono sempre battuta cercando di favorire i ragazzi in difficoltà e/o con meno possibilità.”

LE ATTIVITA’ – Elvira Del Giudice attualmente è associata con il collega Giancarlo Madonna col quale ha studio a Posillipo dove assistono le persone nel settore delle adozioni internazionali; insieme di occupano di una branca del diritto societario e tributario e, dall’inizio della pandemia, aiutano le famiglie in difficoltà sollevandole dalle incombenze tributarie o dai contenziosi instaurati dalle banche, talvolta anche a titolo gratuito. Si occupano altresì di progetti di consulenza in materia di sviluppo rurale e della agricoltura ed entrambi siamo associati Aerec, Accademia Europea per le relazioni Economiche e culturali.

CHI E’ GIANCARLO MADONNA – 58 anni, di Napoli, è diplomato al conservatorio e laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche alla Facoltà Federico II di Napoli. Dopo ventiquattro anni di attività confindustriale come Direttore regionale dei costruttori è ritornato alla libera professione avvalendosi del partenariato di Elvira Del Giudice. Prosegue con l’attività internazionale in molti paesi dell’Est Europa, tra cui Romania, Bulgaria, Serbia, Albania e Repubblica Sovietica.

I PERCHE’ DI UNA SCELTA – I motivi della candidatura di Elvira Del Giudice e Giancarlo Madonna sono illustrati da loro in queste righe: «La nostra candidatura nasce dalla volontà di migliorare lo stile di vita della nostra città partendo soprattutto dall’ascolto e sostegno delle famiglie che la abitano. La complessa realtà napoletana richiede grande conoscenza delle sue criticità e noi riteniamo di averla stante, non solo la nostra indole protesa all’aiuto, ma la esperienza che lavorativamente acquisiamo incontrando persone e famiglie quotidianamente. Essa nasce soprattutto dalla strada, dall’ascolto dei bisogni della gente e dalla volontà di collaborare seriamente alla rinascita della Città più bella del mondo, una città abbandonata e lasciata a se stessa, soprattutto negli ultimi dieci anni di gestione disastrosa. Crediamo che si debba intervenire per facilitare l’accesso ai servizi pubblici ed alle strutture pubbliche, al bene pubblico insomma. Napoli è da tutti descritta come la Città più bella del mondo … Ma cosa c’è di reale dietro l’immagine della cartolina del golfo di Napoli? Oggi è evidente a tutti (anche per la diffusione massiva dei social) il fenomeno di un possibile “analfabetismo di ritorno”: una vera e propria deriva culturale per la Città, che diede i natali a poeti, scrittori e musicisti. Fin dagli anni 80 la deindustrializzazione, la scomparsa dei centri decisionali della politica (nel 1986 in occasione del primo scudetto del Napoli, la città aveva 4 ministri al Governo nazionale) la ripresa dell’emigrazione e il degrado del patrimonio edilizio e artistico, si sono accompagnate con l’abbrutimento del sostrato sociale e delle periferie che raggiungono livelli da contrade medioevali. La conseguenza più evidente è il basso tenore di vita della città, che nella classifica del 2020 sulla vivibilità delle 107 province italiane, colloca la nostra Città tra le ultime. Tra le voci che contribuiscono a questo risultato, c’è anche il dato della disoccupazione, che nella sola città di Napoli, è del 31,39 (ma ve ne rendete conto???) a fronte di un 11,58 di media nazionale. Questa deriva non lascia nulla intatto, al contrario, tocca tutte le classi sociali. Questo “analfabetismo”, però, ha anche altri nomi e cognomi: si chiama “ignoranza” o scarsa conoscenza di lingue straniere e tecnologie. I nostri giovani se messi a confronto con altri studenti italiani non dimostrano la stessa padronanza della lingua inglese; Napoli infatti è ultima, dopo Roma, per conoscenza dell’inglese tra le città dello stivale. L’analfabetismo in questa città, infine, non risparmia neanche l’urbanistica; la città dal fenomeno della “conurbazione” degli anni 70 (allargamento del tessuto urbano alle periferie e alle province) è destinata invece oggi a restringersi. Trenta anni fa Napoli contava 1milione e 300mila abitanti ma Napoli, arriverà presto a 800mila persone, assumendo un vero e proprio rango di cittadina di provincia.
Napoli non può più vivere ed essere fondata su una sterile ideologia del “conservatorismo”.
Ritornare alla cultura dei concerti, degli eventi internazionali, delle mostre pittoriche e soprattutto un controllo efficiente sul fenomeno della evasione scolastica e del lavoro minorile … questo è necessario. Inoltre, cambiamenti necessari si impongono nell’uso delle tecnologie, della digitalizzazione e dello sfruttamento razionale delle risorse turistiche del mare, in un’ottica di turismo organizzato e non di un mordi e fuggi fondato su pizze, crocche’ e palle di riso. Napoli è cultura, è arte, è bellezza ed è turismo. Un turismo di sistema, non un mordi e fuggi tra friggitorie e pizze a portafoglio. Un sistema che veda la nostra Città trasformata nel punto di partenza di una rete di bellezze storiche, artistiche e naturali come Pompei, Ercolano, Capodimonte, Bacoli e la città sommersa, la costiera, Capri, Procida, Ischia. Una città che possa ritrovare lavoro e programmi e non viva più di “scommesse calcistiche” e di piccoli imbrogli come obiettivi da perseguire per mostrarsi belli e ricchi sui social. Una Città che si ritrovi “Capitale del bello” come nel 1993, con la necessaria risistemazione della rete stradale e fognaria, con la pulizia delle strade, dei marciapiedi e dei parchi verdi sempre più abbandonati a se stessi. Una Città che ritrovi il suo mare, libero e accessibile a tutti come quando eravamo ragazzi. Tutto questo progettando secondo i parametri comunitari che consentano la spesa corretta dei fondi previsti dall’Unione. La vera carenza odierna è quella della progettazione e della rendicontazione dei fondi, che negli ultimi 20 anni sono stati in gran parte restituiti all’Unione per queste carenze.»