Close
Primo Piano

«Io non apro» monta la protesta dei commercianti di Pozzuoli

«Io non apro» monta la protesta dei commercianti di Pozzuoli
  • Pubblicato23 Aprile 2020

POZZUOLI – Sono tanti i commercianti che lunedì non riapriranno nonostante l’ok giunto dalla Regione Campania. Il vincolo delle consegne a domicilio e gli orari di lavoro non convincono la stragrande maggioranza dei titolari di bar, ristoranti, pub e pizzerie di Pozzuoli. Tra questi c’è Luciano Marchetti, titolare di “Mister Steak”, locale del centro storico: «E’ inutile dire che siamo tutti in ginocchio e le previsioni per la ristorazione puteolana sono agghiaccianti. -spiega Marchetti – La stragrande maggioranza dei ristoranti non apriranno più, cosa che sto valutando anche io. Chi decide di trascorrere 2 ore davanti a del buon cibo e a un buon bicchiere di vino non accetterà di trovare un fac-simile di sala operatoria. Inoltre lavorare in una cucina con camice, copri scarpe e tutto l’occorrente in monouso è impensabile visto le alte temperature che d’estate raggiunge una cucina. Spero che i nostri governatori si consultino con chi è del settore per decidere le modalità giuste, altrimenti si abbia il coraggio di non far riaprire finché il rischio è zero».

LA RINUNCIA – Dello stesso pensiero sono i titolari della “Pasticceria Del Giudice” di Arco Felice, anche loro decisi a non riaprire: “Ciò che si richiede agli esercizi commerciali della nostra categoria è purtroppo impossibile da realizzare in soli due giorni, considerando le giornate festive di sabato e domenica. -spiegano attraverso un post pubblicato su Facebook – I dispositivi di sicurezza aggiuntivi per i lavori in laboratorio (non solo mascherine e guanti, ma camici monouso e sovrascarpe) non potranno esserci recapitati in così poco tempo. La persona che si occuperà delle consegne a domicilio non potrà mai entrare nei nostri locali e dovrà svolgere l’attività in assoluta autonomia e dovrà essere munita di attrezzatura adeguata all’asporto. I nostri dipendenti dovranno sottoporsi a visita medica prima di riprendere a lavorare; agli stessi dovrà essere rilevata ogni giorno la temperatura corporea, e dovremo quindi procurarci un termometro a infrarossi. Dovremo formarli e sensibilizzarli al rispetto delle nuove norme. Dovremo andare incontro a costi di sanificazione continua (a ciascun cambio di turno) e certificata. Il tutto per poter lavorare con un orario ridotto (07.00-14.00) che ci costringerebbe a fare delle scelte anche riguardo al personale. I nostri dipendenti sono sempre stati la nostra priorità, e prendere decisioni affrettate non ci sembra assolutamente la soluzione migliore. È impensabile organizzare tutto in due giorni. In più, i costi per mettere in moto tutto ciò sono nettamente superiori agli incassi previsti a queste condizioni. Noi abbiamo sempre rispettato le regole e tutte le disposizioni, e continueremo a farlo. Proprio per questo, però, ci troviamo costretti a continuare, almeno per ora, a tenere chiusa la nostra attività”.