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In memoria di un Eroe: a Monterusciello intitolata una piazza a Giuseppe Minopoli – LE FOTO

In memoria di un Eroe: a Monterusciello intitolata una piazza a Giuseppe Minopoli – LE FOTO
  • Pubblicato29 Settembre 2021

POZZUOLI – Il quartiere di Monterusciello da ieri ha una piazza che porta il nome di un eroe. E’ intitolata a Giuseppe Minopoli, guardia giurata, ucciso a 37 anni durante un tentativo di rapina all’interno di una pizzeria. La targa l’ha scoperta papà Luigi che da tredici lunghi anni attende giustizia per la morte del figlio. Insieme a lui erano presenti la moglie e la figlia Enza, i nipoti, gli amici, i residenti del quartiere e i tanti che volevano bene a “Pino”, soprannominato il “gigante buono” per la sua stazza fisica e per la sua bontà.

Enza, la sorella di Giuseppe

GIORNATA DI LEGALITA’ – Grande è stata la commozione. «Sarà un luogo di memoria e di legalità in un quartiere così tanto difficile. Oggi vogliamo viverla come una giornata di festa e di legalità nell’attesa che si faccia finalmente giustizia» ha detto Enza durante la cerimonia di intitolazione organizzata dal comune di Pozzuoli a cui hanno partecipato il sindaco Vincenzo Figliolia, l’assessore all’istruzione Antonio Minieri, la presidente della Commissione per la Toponomastica Mena d’Orsi, il vescovo vicario monsignor Carlo Villano, il parroco della chiesa Sant’Artema don Elio Santaniello, i comandanti di tutti i reparti dei carabinieri di Pozzuoli, della compagnia di Giugliano, la Fanfara dell’Arma che ha suonato l’inno di Mameli e gli studenti della scuola elementare e media “De Amicis-Diaz” che hanno sventolato bandierine tricolore.

PRENDERE GLI ASSASSINI – Un’iniziativa che restituisce alla memoria il gesto nobile di un uomo che ha sacrificato la propria vita per difendere quella altrui. Che consegna ai giovani di un quartiere così tanto difficile un simbolo positivo da cui prendere esempio. Ora però c’è bisogno dell’ultimo sforzo, quello più importante: consegnare alla giustizia gli assassini di Pino. Da 13 anni c’è un fascicolo aperto a carico di ignoti e 2-3 nomi circolati negli ambienti della malavita locale, più volte pronunciati dai pentiti e finiti in un paio di ordinanze. Si tratta di ex affiliati ai clan Longobardi e Beneduce, attualmente tutti detenuti. Nomi sui quali, per il momento, mancherebbero i riscontri finali per chiudere definitivamente il cerchio.