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IL CLAN/ Longobardi, la magistratura non si ferma: fine di una dinastia

IL CLAN/ Longobardi, la magistratura non si ferma: fine di una dinastia
  • Pubblicato21 Dicembre 2018

POZZUOLI – Con l’ultima mazzata giudiziaria rimediata tre giorni fa, quella che è stata a lungo una vera e propria dinastia criminale rischia seriamente di sparire per sempre. Parliamo della famiglia del boss Gennaro Longobardi, il cui fratello minore Ferdinando è stato condannato a sei anni ed otto mesi di reclusione per estorsione aggravata dalla finalità mafiosa.

BREVI PAUSE DI LIBERTÀ – Ad essere taglieggiato un imprenditore impegnato in lavori edili all’interno dell’ospedale Santa Maria delle Grazie. Ferdinando Longobardo (cognome diverso dal fratello Gennaro per un errore di trascrizione anagrafica) era uscito dal carcere nel 2012 dopo aver scontato una condanna a 11 anni nell’ambito dell’inchiesta che ruotava attorno ad un grosso giro di estorsioni all’interno del mercato ittico all’ingrosso. Il fratello maggiore, scarcerato nel maggio di due anni fa, era tornato in cella dopo appena 11 mesi di libertà per un’altra estorsione, questa volta ai danni di un ristoratore di Pozzuoli.

CHIESTO L’ERGASTOLO – E tra poche settimane rischia davvero grosso: nei suoi confronti è stata chiesta la massima pena, quella dell’ergastolo. Il processo – che vede alla sbarra anche l’ex “socio” Gaetano Beneduce nonché i due capi storici di “quelli del Bivio” Salvatore Cerrone e Nicola Palumbo – riguarda il duplice omicidio degli ex boss  Domenico Sebastiano e Raffaele Bellofiore, trucidati da un commando il 19 giugno del 1997 all’interno del rione Toiano.

LA “DYNASTY” FLEGREA – Dunque, Con l’ultima condanna nei confronti di Ferdinando Longobardo e quella che rischia di ricevere  il fratello maggiore Gennaro tra non molto, la famiglia che più di ogni altra ha “regnato” nell’area flegrea gestendo il malaffare, potrebbe essere spazzata via dalla magistratura e dal lavoro delle forze dell’ordine.