«I Pronto Soccorso al collasso: sono diventati dei lazzaretti Covid»
POZZUOLI – È un vero e proprio grido di aiuto quello lanciato poche ore fa dai sindacati ai vertici dell’Asl Napoli 2 Nord. «Le organizzazioni sindacali, giorno dopo giorno, raccolgono centinaia di lamentele dal personale stanco e disorientato. Questa situazione era prevedibile, sono mesi che si parla di questa ondata e la nostra azienda si è fatta trovare impreparata. Conviviamo da anni con la carenza di personale e non è stato fatto nulla di concreto nei mesi scorsi per affrontare l’emergenza ed ora creiamo disordine fra i dipendenti con spostamenti improvvisi da un reparto all’altro senza nemmeno l’adeguata formazione e/o visita del medico competente». Esordisce così la nota a firma di Cgil, Uil.Fpl, Fials, Cisl.Fp e Nursing-Up, in cui si fa riferimento pure alla chiusura del reparto di Oncologia del Presidio Ospedaliero di Frattamaggiore «Se non si vuole considerare il disagio che queste sterili manovre stanno creando ai dipendenti – incalzano i sindacati – almeno si abbia la dignità di rispettare la sofferenza e l’incolumità dei pazienti che si ritrovano ad essere spostati da un reparto all’altro aumentando così anche il rischio di contagio».
“PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO” – «Abbiamo avuto tempo per fare un cospicuo approvvigionamento di D.P.I e invece alcuni reparti vuoi per l’organizzazione, vuoi per la gestione, si ritrovano ancora a dover fare economia di indumenti protettivi e quindi risparmiare con la protezione degli operatori – si legge nella nota indirizzata all’Asl e agli organi di stampa – I vari P.S. dei nostri presidi ospedalieri sono letteralmente al collasso, costretti dalla situazione sono diventati dei lazzaretti Covid dedicati, ma nel frattempo hanno bisogno di personale e di linee guida da seguire, i colleghi sono stremati». «E non è da meno la situazione del 118 dove abbiamo professionisti che sono costretti ad assembramenti continui per le sanificazioni delle ambulanze organizzate ancora oggi in luoghi non appropriati, operatori che trascorrono ore interminabili all’interno di tute protettive per colmare le falle di un sistema territoriale inesistente. L’ U.O.C. 118 già si portava sulle spalle gli strascichi dello sfruttamento del ” volontariato” e la carenza del personale medico, oggi è letteralmente in ginocchio», concludono i sindacati che invocano a gran voce un intervento incisivo, in grado di dare risposte vere e concrete «onde evitare il tracollo di un sistema attualmente già stremato e in bilico».