Giornata mondiale della salute mentale, giovedì l’incontro a Pozzuoli
POZZUOLI – Il 10 ottobre è stata celebrata in tutto il mondo il World Health Mental Day -Giornata mondiale della salute mentale – con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui problemi di salute mentale in tutto il mondo e mobilitare gli sforzi a sostegno della salute mentale. La Giornata, celebrata per la prima volta il 10 ottobre 1992, è promossa dalla World Federation of Mental Health – Federazione Mondiale della Salute Mentale – e supportata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). La Giornata offre l’opportunità a tutti coloro che sono coinvolti a vari livelli nell’ambito della salute mentale di approfondire e condividere esperienze, criticità e proposte, per contribuire a rendere la presa in carico delle persone con disturbi mentali una realtà concreta, accessibile, inclusiva ed efficace in tutto il mondo.
L’INIZIATIVA IN CITTA’ – Nella giornata di giovedì 13 ottobre, dalle 10:30 alle 15, si celebrerà anche a Pozzuoli la Giornata mondiale della salute mentale mediante un confronto su buone pratiche, esperienze di integrazione e percorsi di cura promosso dall’Asl Napoli 2 Nord. L’iniziativa, che si terrà presso Palazzo Migliaresi al Rione Terra, vede coinvolti: il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, l’Unità Operativa di Salute Mentale di Pozzuoli, l’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile e le associazioni del territorio.
IL REPORT 2022 DELL’OMS – Il report dell’OMS “World mental health report: Transforming mental health for all” pubblicato nel giugno 2022, attingendo alle ultime prove disponibili, ponendo in evidenza esempi di buone pratiche da tutto il mondo e dando voce all’esperienza vissuta dalle persone, mette in luce perché e dove il cambiamento è più necessario e come può essere raggiunto al meglio. Invita tutte le parti interessate a lavorare insieme per approfondire il valore e l’impegno dato alla salute mentale, per rimodellare i contesti ambientali e sociali che impattano sulla salute mentale e rafforzare i sistemi che si prendono cura della salute mentale. In base ai dati disponibili l’OMS stima che nel 2019, prima della pandemia da Covid-19, una persona su otto nel mondo convivesse con un disturbo mentale e sottolinea come i servizi, le competenze e i finanziamenti disponibili per la salute mentale continuino a scarseggiare e siano molto al di sotto di quanto necessario, soprattutto nei paesi a reddito medio e basso. Evidenzia anche che la pandemia da COVID-19 ha creato una crisi globale per la salute mentale, alimentando stress a breve e lungo termine e minando la salute mentale di milioni di persone. Le stime indicano che l’aumento sia dei disturbi d’ansia che di quelli depressivi sia stato oltre il 25% durante il primo anno della pandemia.
I DATI IN ITALIA – Il Rapporto sulla salute mentale rappresenta un’analisi a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema informativo per la salute mentale (SISM). La rilevazione, istituita dal decreto del Ministro della salute del 15 ottobre 2010, costituisce a livello nazionale la più ricca fonte di informazioni inerenti gli interventi sanitari e socio-sanitari dell’assistenza rivolta a persone adulte con problemi psichiatrici e alle loro famiglie. Tale sistema costituisce la fonte informativa a livello nazionale e regionale utile al monitoraggio dell’attività dei servizi, della quantità di prestazioni erogate, nonché delle valutazioni sulle caratteristiche dell’utenza e sui pattern di trattamento. Inoltre rappresenta un valido supporto alle attività gestionali dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) per valutare il grado di efficienza e di utilizzo delle risorse. Il Rapporto 2020 indica che gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2020 ammontano a 728.338. Gli utenti sono di sesso femminile nel 53,6% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69,0%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine). Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno (utenti al primo contatto) con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 253.164 unità di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 232.376 unità). I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (24,2 per 10.000 abitanti nei maschi e 40,4 per 10.000 abitanti nelle femmine).