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Choc a Pozzuoli: cagnolino sbranato, feriti anche i due padroni

Choc a Pozzuoli: cagnolino sbranato, feriti anche i due padroni
  • Pubblicato5 Giugno 2025

POZZUOLI – «Il nostro cane è stato ucciso sotto i nostri occhi. Si stava recando a casa mia, verso la mia porta, dove sapeva che li avrebbe trovato rifugio, sicurezza e la sua immancabile pallina. Ma a quella porta non ci è mai arrivato.» È quanto denuncia Clementina Di Costanzo, puteolana che vive ad Arco Felice, dove sono avvenuti i fatti «Il cane del primo piano, è uscito come furia, con l’intento di uccidere il piccolo Brandy.
Brandy è stato brutalmente sbranato e sventrato. Questo cane di taglia grande, si è fermato solo nel momento in cui il sangue e le budella del nostro cagnolino erano distese sul pianerottolo».

IL RACCONTO – Quello della giovane donna è un racconto agghiacciante. Oltre al cagnolino ammazzato sono rimasti feriti anche i due padroni, aggrediti dell’animale del loro vicino di casa. «Mio fratello e la fidanzata, – prosegue– proprietari del cane, hanno tentato di salvarlo fino all’ultimo avendo anche loro la peggio e subendo gravi danni. Il cane è gestito da persone incompetenti. Il cane si è trasferito da pochi mesi, non ha mai indossato la museruola e il padrone, un signore anziano che non riesce a restare in piedi e viene trascinato dalla forza del cane. Tutto ciò è successo per una dimenticanza del padrone. La porta era aperta e il cane e uscito fuori come una furia con l’intento di uccidere. Le nostre urla disumane non hanno attirato l’attenzione di nessuno. Siamo stati soli e abbandonati, abbiamo raccolto il nostro piccolino ma la nostra corsa al pronto soccorso non ha sortito nessun effetto.»

IL DRAMMA – «Siamo qui a raccontare la nostra storia perché i padroni raccontano dell’accaduto come “un qualcosa che poteva capitare”. – prosegue Clementina, ancora sotto choc insieme al fratello e alla cognata – No, tutto ciò non poteva e non doveva capitare perché al posto di Brandyno poteva esserci un bambino o un neonato.
Il cane è ancora lì, noi abbiamo paura. Non riusciamo a dormire e il dolore è ancora troppo forte e le immagini incise nella nostra memoria. Non riusciamo a tornare alla tranquillità. Il cane adesso è rinchiuso in casa, e abbiamo paura che questo lo stia incattivendo ancora di più e alla prima “dimenticanza” questa tragedia si ripeterà.
Il meticcio poteva puntare alla nostra gola, e noi siamo convinti che il nostro coraggioso cucciolo si sia sacrificato con questo immenso gesto d’amore per salvarci la vita. Nessuno ci ridarà indietro il nostro amico a quattro zampe, ma vi preghiamo di condividere affinché si possa evitare un’altra tragedia!»