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Bimbo conteso tra Italia e Inghilterra, il papà lo tiene a Quarto: «Aiutatemi»

Bimbo conteso tra Italia e Inghilterra, il papà lo tiene a Quarto: «Aiutatemi»
  • Pubblicato23 Febbraio 2024

QUARTO – Denunce, ricorsi e controricorsi. Una battaglia giudiziaria che ha come sfondo le aule di tribunale di due diversi Paesi. Una vera e propria lotta per “carte bollate” che vede conteso tra i due genitori un bambino di 4 anni di nome Christian. A raccontarci la storia è il papà Fabrizio Barretta, che vive a Quarto con suo figlio dal 2021. L’uomo, prima residente in Inghilterra, è rientrato in Italia tre anni fa, alla morte del padre, e non ha fatto più ritorno nel Regno Unito. Nel 2021 l’autorità britannica avrebbe anche definito la madre del piccolo violenta e instabile – secondo quanto raccontato dall’ex marito – disponendone l’allontanamento dal bimbo. Al contempo la donna ha però denunciato l’uomo per sottrazione di minore. Ora il Tribunale dei Minori di Napoli ha disposto il ritorno del bambino sul territorio britannico in quanto il ricorso presentato dall’avvocato dell’uomo per l’affidamento esclusivo in Italia è stato bocciato. Fabrizio ha così lanciato un appello sui social affinché non gli venga portato via il suo piccolo Christian.

IL RACCONTO – «Il Tribunale dei Minori di Napoli vuole rispedire Christian in Inghilterra perché, al momento del ricorso, mio figlio risultava stabilmente residente nel Regno Unito, anche se in realtà ci eravamo già trasferiti in Italia. Il problema è sorto perché non eravamo ancora iscritti all’Anagrafe del Comune di Quarto ma risultavamo registrati  come cittadini residenti all’estero. Il Tribunale dei Minori di Napoli ha infatti stabilito che, pur essendo io un cittadino italiano, quel procedimento fosse nullo perché non ero ancora residente nella circoscrizione di competenza del Foro del Tribunale di Napoli». «Il bambino, quindi, dovrebbe ora tornare in Inghilterra perché il Tribunale di Napoli ritiene di non avere competenza su questa faccenda  – continua papà Fabrizio – Una volta arrivato lì, però, Christian verrebbe collocato in una casa famiglia perché non può stare con la madre e io di lui perderei completamente le tracce perché in Inghilterra non posso tornare. Anche se il procedimento penale a mio carico per sottrazione di minore è stato archiviato, il Tribunale dei Minori di Napoli ha deciso infatti di ricorrere alla Convenzione dell’Aia, che tratta la materia delle sottrazioni internazionali di minori e prevede anche la collaborazione tra Stati. In Inghilterra, dunque, dovrei intraprendere nuovamente il processo per sottrazione di minore e sarei sottoposto a una misura cautelare in carcere in attesa di giudizio. Lì non viene riconosciuta l’archiviazione del procedimento penale. Inoltre, anche se non ci fosse questo problema di natura giudiziaria, nel Regno Unito mi troverei in difficoltà perché non ho né casa, né lavoro, né familiari o amici che mi possano ospitare o aiutare».

L’APPELLO – Christian, pur essendo nato oltre Manica, ha il passaporto italiano perché figlio di due italiani. Il piccolo non conosce l’inglese ed è affetto da un disturbo del linguaggio e fatica a parlare. «Mio figlio si troverebbe in un ambiente sconosciuto con nessuno che può capirlo e aiutarlo. Durante l’ultima udienza il consulente CTU, il curatore e gli assistenti sociali (tutti nominati dallo stesso Tribunale ndr) si sono espressi in maniera contraria alla decisione di trasferire Christian – conclude l’uomo in preda alla paura di perdere il suo bambino – Il pubblico ministero ha espresso anche egli parere contrario, addirittura ritenendo che questo atto sarebbe pregiudizievole per l’incolumità del minore e quindi più precisamente ha rinunciato al ricorso del trasferimento. Nonostante, però, i pareri contrari di tutte le figure professionali nominate dallo stesso tribunale, quest’ultimo ha decretato il trasferimento di Christian. Per favore sono disperato, aiutatemi a dare voce a questa ingiustizia».