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BACOLI/ La vergogna del Colombario, monumento dimenticato e “sepolto” dalle erbacce – LE FOTO

BACOLI/ La vergogna del Colombario, monumento dimenticato e “sepolto” dalle erbacce – LE FOTO
  • Pubblicato17 Gennaio 2016

Colombario Fusaro 1BACOLI – Il Colombario del Fusaro scompare tra l’incuria, il degrado e piante spontanee. La “grande bellezza” della periferia bacolese sfiorisce sotto gli occhi di residenti, visitatori ed istituzioni. Dopo esser stato baciato dalla fortuna per qualche tempo, perché affidato alla gestione e cura del circolo di Legambiente di Bacoli in attesa della messa in opera di un progetto di riqualificazione del sito, l’antico sepolcreto romano risalente al I-II sec d.C. finisce nuovamente nell’oblio. La monumentalità in corrispondenza tra il bivio di Viale Vanvitelli e via Virgilio è interamente di proprietà del Comune di Bacoli, che ne ha quindi la tutela diretta.

LE INFILTRAZIONI D’ACQUA  – La sua conservazione e stabilità sono messe a dura prova soprattutto durante le giornate di pioggia, quando il vano ipogeo, che tra l’altro contiene un prezioso pavimento a mosaico, si riempie eccessivamente a causa delle infiltrazioni di acqua piovana che, impantanandosi all’interno del sito contribuiscono a cancellare le tracce di quel che ieri era.

Colombario Fusaro 2CANCELLATA DANNEGGIATA – Come se non bastasse, diverse sono le strutture non ancora completamente esplorate. Una fortuna, forse, considerata la scarsa accortezza rivolta alle parti rinvenute. Quasi interamente danneggiato è anche il muro perimetrale che custodisce il sito archeologico, a sua volta scarsamente tutelato da una cancellata bassa e malridotta.

 

IL PROGETTO DI RECUPERO – Ma un progetto di riqualificazione del monumento romano c’è, ed ha ottenuto sia l’approvazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici e sia un finanziamento dalla Regione Campania.

Legambiente ColombarioL’INTERVENTO DI LEGAMBIENTE – Nel gennaio 2013 grazie ad un nuovo modello di gestione integrata dei beni culturali l’Amministrazione guidata dall’allora sindaco Ermanno Schiano, attraverso l’Assessorato ai Beni Culturali, a seguito di regolare bando di gara, provvedeva all’affidamento del sito archeologico al Circolo “Legambiente” di Bacoli. Diversi gli interventi di promozione e valorizzazione messi in campo, dalle giornate interamente dedicate alla pulizia degli ambienti esterni ed interni del polo funebre alle visite guidate gratuite per scolaresche e turisti, residenti e non.

L’IMPEGNO DELL’EX ASSESSORE GUARDASCIONE – «Una volta scaduta, la convenzione non fu poi rinnovata in quanto riuscimmo ad avviare le pratiche necessarie alla riqualificazione del beneunico sito, insieme con le Grotte dell’Acqua, di proprietà dell’Ente», ha dichiarato l’ex assessore ai Beni Culturali di Bacoli, Flavia Guardascione.

Flavia Guardascione100MILA EURO «Sempre nel 2013 riuscimmo infatti ad ottenere dalla Regione Campania circa 100mila euro di fondi di finanziamento ordinario per il recupero e la funzionalizzazione del Colombario di via Virgilio e delle Grotte dell’Acqua di Cuma; a seguito del quale fu realizzato un progetto esecutivo approvato anche dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici – prosegue la Guardascione  Per ciò che concerne l’antica necropoli del Fusaro gli interventi riguardavano la riqualificazione degli spazi esterni, area a verde e parte muraria, e degli interni del monumento. Una cifra confortante, anche se riduttiva, ma che tuttavia avrebbe certamente consentito di mettere in sicurezza il monumento soprattutto nelle parti esposte agli agenti esterni e nella camera ipogea, sede di un pavimento a mosaico in forte stato di degrado. L’iter burocratico per l’erogazione dei fondi prevedeva tempi lunghi; tuttavia durante l’ultimo incontro con l’Ente sovralocale c fu garantito che entro il 2016 i fondi sarebbero stati sbloccati ed erogati proprio per l’importanza del bene in questione». La speranza è che l’iter burocratico giunga a buon fine e che i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza del maestoso ipogeo, dedicato alla nobile famiglia romana «Gens Grania» sia avviato in tempi celeri