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Al “Pitagora” di Pozzuoli tre giorni di autogestione per Gaza – LE FOTO

Al “Pitagora” di Pozzuoli tre giorni di autogestione per Gaza – LE FOTO
  • Pubblicato24 Ottobre 2025

POZZUOLI – In questi giorni l’Istituto Statale Pitagora ha dato prova di saper interpretare e reinterpretare l’ondata di proteste che sta investendo in questi giorni tutta l’Italia; rispetto al precedente tentativo di occupazione, il corpo studentesco ha fatto una scelta diversa e controcorrente: trasformare lo spazio di protesta in una cornice di crescita collettiva. La solidarietà per il popolo palestinese è stata così espressa i tre giorni di autogestione attraverso laboratori, dibattiti e incontri in cui gli studenti e tutto il corpo docente hanno trovato modalità nuove di dialogo e di confronto su un tema, quello del conflitto in atto, che non può lasciare indiffferenti soprattutto le nuove generazioni a cui la nostra società verrà affidata.

LE ATTIVITÀ – Accanto a questo filone, molte classi hanno creato progetti di rigenerazione dei luoghi che abitano ogni giorno: attenzione ai giardini, agli spazi verdi, abbellimento delle pareti sono stati i protagonisti dei tre giorni di autogestione. Per iniziativa degli studenti è stato piantato simbolicamente un ulivo durante una piccola cerimonia che ha visto coinvolte tutte le componenti scolastiche, dal Dirigente Scolastico, Antonio Vitagliano, agli studenti e il personale docente.

L’ESPERIENZA – Alla domanda delle motivazioni di questa scelta, gli studenti mostrano di avere delle idee molto chiare; infatti chi ha organizzato afferma: “Negli ultimi giorni noi studenti dell’Istituto Statale Pitagora di Pozzuoli ci siamo mobilitati con un obiettivo comune: risvegliare le coscienze dei giovani e contribuire al miglioramento del mondo che ci circonda, a partire dalla nostra scuola. In accordo con la vicepresidenza abbiamo ottenuto tre giorni di autogestione, durante i quali sono state promosse numerose attività di crescita e confronto. Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a dibattiti con docenti di storia e filosofia, che ci hanno offerto preziosi spunti di riflessione sui conflitti in Medio Oriente e sul significato della pace oggi. Su nostra iniziativa, abbiamo inoltre ritinteggiato le aule, acquistando il materiale grazie a collette spontanee, e ci siamo dedicati alla pulizia e riqualificazione degli spazi interni ed esterni del nostro istituto. Particolarmente apprezzata è stata anche la nascita di diversi laboratori tra cui quelli di educazione sessuo-affettiva, arte, giardinaggio e lingua inglese, pensati per favorire un apprendimento più libero e creativo. Il 24 ottobre abbiamo infine deciso di piantare un ulivo nel cortile della scuola, simbolo universale di pace e speranza. Questo gesto vuole rappresentare la nostra volontà di costruire un futuro fondato sul dialogo, sulla solidarietà e sul rispetto reciproco. Per la prima volta dopo molto tempo, il nostro istituto si è mosso in modo davvero coeso: studenti e docenti hanno collaborato con la speranza di creare spazi migliori, di crescere menti critiche e di rivoluzionare l’ambiente scolastico divenuto da tempo luogo di apprendimento passivo. Con questa esperienza abbiamo dimostrato che il cambiamento è possibile, quando nasce dal basso e quando la comunità scolastica sceglie di essere protagonista attiva del proprio presente. Speriamo quindi di continuare a percorrere questa strada con il fine di essere un’ispirazione per altre scuole.” Se spesso l’occupazione è associata ad atti di vandalismo, nel caso del Pitagora l’intera comunità è riuscita a dare un nuovo senso all’azione di protesta e di rivendicazione, a creare valore e formare lo spirito critico di una gioventù di cui si lamenta troppo spesso la mancanza di partecipazione attiva e di cui, invece, il Pitagora, rivendica tutta la bellezza.

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