POZZUOLI/ La sfida ai vecchi del clan: l’ex fedelissimo del boss Beneduce massacrato di botte dal giovane RAS

POZZUOLI – Le forniture di droga alle piazze di spaccio e la vendetta per un affronto, uno schiaffo dato alla persona sbagliata. Scontri tra vecchi affiliati della camorra puteolana e nuovi emergenti fanno da sfondo all’agguato ai danni di Raffaele Di Francia, 55 anni, detto “Lello ‘o pollo”, in passato uomo di fiducia del boss Gaetano Beneduce. Di Francia è stato massacrato di botte ed attualmente è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli per un trauma cranico, la frattura del setto nasale e gravi ferite riportate su tutto il corpo a causa dei calci e i pugni ricevuti anche quando, esanime, era a terra all’interno del portone della palazzina dove abita.
GLI ARRESTATI – La brutale aggressione è avvenuta nel primo pomeriggio di martedì nei pressi del molo Caligoliano, in Largo Santa Maria, ad opera di due giovani che nella notte sono stati arrestati dai “Falchi” della sezione investigativa del commissariato di Pozzuoli, diretti dal vicequestore Raffaele Esposito: si tratta di Luigi Sannino, 24 anni, figlio del Ras di Monterusciello Gennaro Sannino attualmente in carcere per estorsione; e Vincenzo De Simone, 22 anni, anch’egli di Monterusciello. I due sono accusati di tentato omicidio e all’alba di oggi sono stati trasferiti nel carcere di Poggioreale in seguito a un fermo di polizia giudiziaria.
LE INDAGINI – A loro i “Falchi” sono risaliti al termine di una minuziosa indagine lampo che si è avvalsa delle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate in tutto il centro storico di Pozzuoli. Nei video si vedono Sannino e De Simone giungere in città a bordo di un’auto, parcheggiare nei pressi di via Roma e raggiungere a piedi il palazzo della vittima, con cui forse avevano un appuntamento. Dopo l’incontro i tre si incamminano verso la Piazza della Repubblica, fino al brusco stop da parte di Di Francia che tenta di tornare indietro ma viene raggiunto nel portone da Sannino, mentre De Simone resta all’esterno a fare da palo.
L’AGGRESSIONE – A quel punto scatta l’aggressione. Sannino colpisce ripetutamente Di Francia con calci e pugni alla testa, al volto e in varie parti del corpo fino a lasciarlo a terra in una pozza di sangue. Poi i due scappano a piedi per i vicoli del centro storico, raggiungono la vettura parcheggiata e si dirigono nel quartiere di Monterusciello dove nella notte sono stati fermati dai poliziotti che nel frattempo erano riusciti a risalire alle loro identità. Nelle rispettive abitazioni sono stati rinvenuti alcuni capi di abbigliamento corrispondenti a quelli utilizzati per commettere il reato, in particolare Sannino aveva ancora tracce di sangue addosso.
IL REGOLAMENTO DI CONTI – Si indaga anche sul movente, che resta di natura camorristica. Di Francia, secondo quanto ipotizzato, avrebbe pagato con la pelle uno “sgarro” compiuto ai danni dei Sannino con i quali, pare, i rapporti non fossero del tutto idilliaci. Al centro ci sarebbe lo spaccio di droga, che negli ultimi tempi sarebbe gestito proprio da Sannino junior e da un gruppo di giovanissimi che avrebbero preso il sopravvento a Monterusciello, cercando di allargare la sfera d’influenza anche nel centro storico della città. Codici violati e sfrontatezza giovanile che avrebbero cozzato contro le vecchie regole della camorra dando vita alla missione punitiva.