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TRAGEDIA POZZUOLI/ Scoperta shock, il bus aveva la revisione falsa

TRAGEDIA POZZUOLI/ Scoperta shock, il bus aveva la revisione falsa
  • Pubblicato3 Maggio 2014
Le operazioni di recupero a Monteforte Irpino
Le operazioni di recupero a Monteforte Irpino

POZZUOLI – Aveva una revisione falsa il bus della tragedia di Monteforte Irpino precipitato dal viadotto Acqualonga dell’autostrada A16 il 28 luglio del 2013, provocando la morte di 40 persone tra cui 32 di Pozzuoli. Secondo il PM che indaga sulla più grande tragedia stradale italiana, due dipendenti della Motorizzazione Civile avrebbero falsificato le certificazioni facendo risultare una revisione effettuata il 26 marzo del 2013 ma che in realtà non sarebbe mai stata eseguita.  A modificare i documenti di revisione sarebbero stati un uomo e una donna,  indagati per falso in atto pubblico: si tratta del funzionario tecnico della Motorizzazione Civile di Napoli Vittorio Saulino, di 56 anni, di San Giorgio a Cremano  e dell’assistente amministrativa Antonietta Ceriola, 63 anni di Giffoni Sei Casali, in provincia di Salerno. A renderlo noto è il quotidiano nazionale “Il Mattino”.

 

LE INDAGINI – Secondo la Procura di Avellino, che sta indagando sulla tragedia di Monteforte Irpino, le carte sarebbero state falsificate ovvero compilate dopo quella data e la revisione mai eseguita. I due, secondo l’accusa, avrebbero violato il sistema informatico della Motorizzazione Civile di Napoli fabbricando un falso documento che attestava la revisione del bus della morte. . Quella domenica sera dello scorso luglio, il pullman con a bordo la comitiva di turisti, secondo quanto emerse dall’esame probatorio il mezzo affrontò senza freni un lungo tratto in discesa dell’A16 e all’altezza di Monteforte Irpino e dopo aver distrutto le barriere di protezione precipitò nella scarpata dopo un volo di oltre 50 metri. I due dipendenti della Motorizzazione civile di Napoli si vanno ad aggiungere agli altri indagati: il titolare della ditta proprietaria del bus, il fratello autista deceduto nella tragedia e cinque dirigenti della Società Autostrade, tutti accusati di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.