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Cronaca Monte di Procida Primo Piano

«Ti accoltello alla pancia» picchia la compagna e la costringe ad abortire: 38enne arrestato a Monte di Procida

«Ti accoltello alla pancia» picchia la compagna e la costringe ad abortire: 38enne arrestato a Monte di Procida
  • Pubblicato21 Agosto 2023

MONTE DI PROCIDA – Picchiata e abusata sessualmente durante la gravidanza sotto la minaccia più terribile “Ti do fuoco, ti accoltello alla pancia”. Lui, che stava per diventare padre, era pronto ad ammazzare il bimbo che la compagna portava in grembo. Un inferno fatto di violenze, soprusi e umiliazioni, culminato con l’interruzione della gravidanza. Poi la decisione di denunciare tutto dopo due anni di convivenza facendo scattare le procedure di codice rosso e l’arresto nei confronti del compagno, un 38enne di Napoli, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip di Napoli per maltrattamenti contro conviventi, violenza sessuale aggravata e interruzione di gravidanza non consensuale. A chiudere il cerchio intorno all’uomo sono stati i militari della stazione di Monte di Procida, che hanno raccolto le denunce della donna ricostruendo gli ultimi ventiquattro mesi di vita della coppia.

LE MINACCE – L’ultimo, grave episodio di violenza, nel maggio scorso quando l’uomo, in stato di alterazione per abuso di sostanze stupefacenti, le ha urlato contro insulti di ogni genere e minacciandola e con coltello in pugno aveva minacciato “ti taglio la gola” per poi costringerla a dormire in bagno. Minacce rivolte anche al bimbo che la donna portava in grembo “ti butto lo spirito e ti do’ fuoco, ti accoltello alla pancia, stasera è la volta buona che ti uccido, tanto pure se nasce me lo porto in Spagna o in Sud America e tu non lo vedi più” e ancora “Io non me ne andrò mai via, hai un problema, io questo figlio in lontananza non me lo cresco, per me è meglio a murì o siamo tutti insieme o moriamo tutti”. Calci, schiaffi e mani strette al collo durante la gravidanza, con l’obiettivo di terrorizzare e annichilire quella donna. Minacce e violenze che avvenivano anche davanti alla figlia piccola della coppia, all’interno della casa di Monte di Procida, dove i due si erano trasferiti e teatro di una escalation di maltrattamenti.

LE VIOLENZE DOCUMENTATE – Tra gli episodi che la vittima ha raccontato ai carabinieri e finiti nell’ordinanza che ha fatto scattare gli arresti domiciliari, c’è un’aggressione subita durante un trasloco: in quell’occasione la donna era stata violentemente aggredita, trascinata per i capelli lungo il ballatoio e subendo la frattura di un braccio; in un’altra circostanza era stata invece rinchiusa in casa e costretta a chiedere aiuto ai vicini. Maltrattamenti che l’uomo non aveva risparmiato nemmeno nella notte di Capodanno, così come le violenze di tipo sessuale: più volte, infatti, secondo quanto raccontato dalla vittima in sede di denuncia, era stata costretta ad avere rapporti contro la propria volontà. Un inferno che la vittima è riuscita a documentare anche attraverso video e messaggi delle chat WhatsApp supportati dal racconto di alcuni testimoni, tra i vicini di casa e i parenti, che hanno portato gli inquirenti a stringere il cerchio attorno a quel compagno violento. «Esprimo la mia profonda gratitudine nei confronti dell’Arma dei Carabinieri che ha scongiurato l’ennesimo femminicidio e consentito alla forza della legge di prevalere sulla legge della forza» ha commentato Procolo Ascolese, avvocato della donna.