“Sei ovunque”: la recensione del libro di Nicola Pasquino
BACOLI – A tutti sarà capitato di innamorarsi almeno una volta nella vita? Quando parlo d’amore, però intendo quel grande amore, quell’amore con la A maiuscola, quello che ti stravolge tanto da togliere il fiato, quello che ti fa perdere ogni certezza sul “chi sei”, quello che ti fa sentire fragile, debole, quell’amore così forte da farti sentire quasi miserabile. E’ ciò che è accaduto a Nicola Pasquino, stimatissimo professore universitario e autore del nuovo romanzo “Sei ovunque” edito da Carratelli. I diritti di autore saranno destinati a un progetto di service del Rotaract partner del Rotary International.
L’AUTORE – Prima di iniziare un’analisi di questa sorta di diario autobiografico vorrei parlarvi un po’ dell’autore. Nicola Pasquino nasce a Napoli nel dicembre del 1973. Dopo la maturità classica si laurea con lode in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Napoli Federico II e, dopo il dottorato di ricerca ed una borsa di studio Fullbright negli USA, inizia la carriera universitaria. E’ autore di oltre 120 contributi scientifici pubblicati su riviste internazionali e negli atti di congressi internazionali e nazionali. E’ componente del Comitato Scientifico del Consorzio Technapoli, Parco Scientifico e Tecnologico dell’Area Metropolitana di Napoli e Caserta inoltre per le sue competenze tecniche e scientifiche, viene chiamato a collaborare dai comuni per la redazione dei piani di localizzazione delle antenne per la telefonia cellulare. Di recente ha ricevuto il riconoscimento alla carriera “Labore Civilitas” per l’attività di ricerca svolta con impegno ed etica.
IL DIARIO – Che dire? Un curriculum vitae a dir poco impeccabile, eccellente, un curriculum da invidiare ma…chi è veramente Nicola Pasquino? Questo piccolo diario ha fatto sì che si potesse conoscere un altro aspetto di se, che non riguarda affatto la scienza e la tecnologia. Questo diario non narra i suoi successi professionali, non si legge del “professore”, qui si parla semplicemente di Nicola e dell’amore che ha provato per Gemma, protagonista insieme a lui di questa travagliata ed intensa storia d’amore.
LA RECENSIONE – “A Iulia, con la gratitudine e la speranza che lo legga con la benevolenza che si riserva ad un non-scrittore come me”. Quando Nicola Pasquino mi portò il suo libro così da poterlo leggere, non riuscii a fare a meno di notare nella sua dedica, la parola “non-scrittore”. Una volta iniziato a leggere rigo per rigo, pagina per pagina ne intuii il motivo. A lui non interessa la fama da scrittore o sentirsi acclamato come il “nuovo Nicholas Sparks” di turno. Per lui, in questo caso, la pubblicazione del libro è servita a liberarsi di un fardello che portava con se da troppo tempo ormai. Questo libro nasce da un vero e forte desiderio di mettere a nudo, attraverso “la penna”, la sua anima e i suoi sentimenti. Egli non ha fatto altro che prendere una storia d’amore vera, vissuta in prima persona, per poi trasformarla, con molta audacia, in un romanzo. All’interno del libro l’unico nome che compare è quello di Gemma. Alla mia domanda sul perché il libro fosse stato scritto in terza persona, l’autore mi ha risposto dicendomi che «era l’unico modo per descrivere anche le scene intorno ai protagonisti» Una sorta di regista o voce narrante che raccontasse gli episodi d’amore. Inoltre ha fatto si che il focus del lettore fosse completamente su Gemma. Ma veniamo ora alla storia!
LA STORIA – Gemma all’epoca era solo una studentessa universitaria, una studentessa del Professor Pasquino. Ed è così che Nicola conosce la sua amata, tra i banchi universitari. Un inizio di sguardi che si trasforma in attrazione che diventa poco dopo intesa. E l’intesa diventa amore. I due iniziano una sorta di relazione clandestina, tenuta segreta a tutti quegli occhi che avrebbero potuto giudicarli negativamente. Ma nonostante le perplessità inerenti all’età o alla paura dei potenziali giudizi di amici, parenti o colleghi universitari, bastava essere insieme per dimenticare ogni incertezza. Ma sarà bastato per tenerli insieme? La risposta purtroppo è no. Si dice che l’amore sia il collante che tiene unite due persone, che l’amore basti, ma in questo caso non è stato così. Gemma ha scelto di scappare, ha preferito rinunciare all’amore genuino e sincero di una persona, solo per paura di rischiare, per paura di amare e lasciarsi amare, nonostante gli sforzi disumani da parte di Nicola di voler affrontare e superare insieme ogni avversità. Come scritto all’interno del libro, Nicola si sente la soluzione, non il problema. Quindi perché scappare quando hai una persona che è disposta ad uccidere ogni tuo demone solo per stare insieme, contro tutto e tutti? Probabilmente la risposta non riusciremo mai ad averla, una risposta che probabilmente anche l’autore stesso non otterrà mai. L’unica certezza che gli è rimasta è quella di aver amato senza freni, senza riserve, senza limiti. Ha la certezza di aver esposto, attraverso la pubblicazione del suo romanzo, le sue paure più inconsce, le sue emozioni. Avrà sempre la certezza di aver raccontato un amore intenso seppur senza lieto fine. Ritengo che “l’amore” non sia la parola chiave di questo nuovo ed intenso libro, la parola chiave è: coraggio. Amare dopotutto non è cosa difficile, “amare è una cosa semplice” cantava Tiziano Ferro, ciò che richiede coraggio invece è ammetterlo ad ogni costo, anche a costo di soffrire, a costo di essere giudicati o compatiti, a costo di perdere. Cosa voglio dire con questo, che Nicola sia un perdente solo perché la sua storia non ha avuto un proseguo positivo come lui stesso, in primis, avrebbe desiderato? No! Ciò che voglio dire è che amare comporta dei rischi, talvolta negativi, ma può farti sentire dannatamente vivo. Dopo tutto come citava all’interno di una sua poesia Lord Alfred Tennyson “E’ meglio aver amato e perso, che non aver mai amato”.