Close
In Evidenza

Ristorante ‘Convivium’ chiuso, parla il gestore del locale: «Era un pranzo intimo e in famiglia»

Ristorante ‘Convivium’ chiuso, parla il gestore del locale: «Era un pranzo intimo e in famiglia»
  • Pubblicato13 Aprile 2021
Paolo Terminiello, chef e gestore del ristorante “Tenuta Convivium Cuma”

POZZUOLI – Dodici clienti multati. Ristorante chiuso per 5 giorni. Durante lo scorso fine settimana i carabinieri di Pozzuoli sono intervenuti, su segnalazione, presso il ristorante ‘Convivium’ di Cuma. Una famiglia stava consumando i pasti nel locale in violazione delle norme contro la diffusione del contagio. Paolo Terminiello, chef e gestore del ristorante ‘Tenuta Convivium Cuma’, ha deciso di metterci la faccia e di fare chiarezza su quanto avvenuto nel weekend: «Alcuni giorni fa un caro amico mi ha chiesto di poter organizzare un pranzo intimo a porte chiuse in famiglia. Ho acconsentito sia per l’amicizia che ci lega che per la semplice voglia di fare ciò che più amo: cucinare. Avevo preparato tanti piatti buoni che speravo che i miei ospiti potessero provare, ma dopo pochi minuti dall’inizio del pranzo sono intervenuti i carabinieri perché allertati da una telefonata. Ci tengo a precisare che non si è trattato di alcun blitz».

L’APPELLO – «Tenuta Convivium è un locale molto grande con ampi spazi verdi all’aperto; arriviamo ad ospitare fino a 400-500 persone. In questa occasione il locale era completamente vuoto e chiuso al pubblico. Non c’erano camerieri, né addobbi, né assembramenti. Era un semplice pranzo in famiglia: i commensali erano suddivisi in tre tavoli ben separati tra loro. Tutti sottoposti a tampone ed alcuni addirittura già vaccinati. Non ce l’ho con le forze dell’ordine, a cui va tutto il mio rispetto, ma con quei quattro ‘cialtroni’ che ci governano e che ancora oggi, da oltre un anno, ci fanno trovare in questa situazione. Non riescono a trovare delle soluzioni migliori», continua Terminiello che sbotta: «Il ristorante ha bisogno di manutenzione continua, giornaliera e di programmazione. Non nego l’esistenza del virus, né la sua pericolosità, ma oggi siamo stanchi, avviliti e preoccupati. Bisogna riaprire urgentemente le attività, sicuramente in sicurezza e in serenità.»