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Cronaca In Evidenza

Rione Terra: oltre 100 lavoratori rischiano di finire in strada

Rione Terra: oltre 100 lavoratori rischiano di finire in strada
  • Pubblicato10 Giugno 2011
Un gruppo di lavoratori del Rione Terra

Cento famiglie preoccupate,  cento lavoratori che rischiano di ritrovarsi senza un posto di lavoro. Continua il calvario per i dipendenti dell’azienda impegnata nei lavori al Rione Terra di Pozzuoli. Tutti in cassa integrazione. O quasi. Degli oltre cento  lavoratori un’ottantina già dallo scorso novembre ricevono la prestazione economica erogata dall’Inps. A questi nei prossimi giorni dovrebbero aggiungersi le altre unità che completano l’organico in forza alla ditta che gestisce i lavori. Quindi tutti in cassa integrazione. E cosa più grave, qualora le cose non dovessero cambiare, il prossimo ottobre per i circa ottanta lavoratori  scadrà la cassa integrazione. La situazione è drammatica, la Regione Campania ha bloccato i fondi, già da tempo assegnati.

UN DRAMMA LAVORATIVO ALLE PORTE – Si rischia seriamente la chiusura del cantiere. Tra di loro molti ultraquarantenni, 50enni che, conclusa l’esperienza lavorativa da queste parti, troverebbero difficoltà anche per un re-inserimento lavorativo. Una tragedia anche per l’intera comunità che dopo 18 anni di lavori, oltre 100 milioni di euro spesi, si ritroverebbe punto e daccapo. L’altra mattina un nutrito gruppo di lavoratori ha distribuito all’esterno del palazzo “Migliaresi” approfittando della concomitante proclamazione del sindaco Agostino Magliulo, un volantino firmato dalle varie sigle sindacali (FILEA-CGIL, FILCA-CISL e FNEAL-UIL )attraverso il quale portare a conoscenza la propria situazione di precariato e chiedendo che venga scongiurata la chiusura del Rione Terra. Che dal 1992 risulta essere tra le maggiori opere pubbliche in corso di realizzazione. <<Chiediamo che si faccia uno sforzo collettivo e che tutti ci aiutino per scongiurare l’eventualità che i lavori vengano fermati e cosa più grave che oltre 100 lavoratori perdano il proprio posto di lavoro. Noi tutti teniamo alle sorti del Rione Terra, siamo lavoratori storici a tal punto che lo sentiamo quasi nostro>> questo l’appello dei lavoratori che chiedono ai media di mantenere l’attenzione sul loro caso.  A parlare in loro rappresentanza sono gli Rsu Vincenzo Scuteri, Luigi Carullo e Luigi Bianco

I lavori in corso
LAVORI IN CORSO DA OLTRE 18 ANNI – Oltre 100 milioni di euro investiti, decine le ditte impegnate, centinaia di lavoratori impegnati nel mastodontico progetto di recupero del vecchio cuore dei Campi Flegrei. Un mix di architettura, archeologia, arte, storia, religione, un fiore all’occhiello, traino per quell’economia turistica che attende il grande slancio. Da diciotto anni sull’ingresso dell’antico rione campeggia un cartello, “work in progress”. Data di consegna dell’opera all’epoca datata 2010. Un lasso di tempo durante il quale si sono succeduti ministri, sovrintendenti, assessori, consigli comunali e regionali, completato il 60% dei lavori. Nel 1998 uno stop di 18 mesi, gravi le ripercussioni alla riapertura del cantiere, divisa in 8 lotti. Dodici anni dopo, a rischio nuovamente la realizzazione dell’opera di recupero del Rione Terra, i milioni derivanti dai finanziamenti, posti di lavoro e soprattutto i milioni finora investiti. Che negli ultimi anni sono stati finanziati dal Governo, attraverso i FAS (Fondi Aree Sottosviluppate). Grazie ai quali sono stati portati a termine metà degli 8 lotti in cui è stata divisa l’antica rocca, fino agli anni ‘70 nucleo abitativo per oltre duemila puteolani.
CONSEGUENZE DEVASTANTI – Il pericolo per uno stop dei lavori è arrivato dopo l’annuncio di congelamento dei fondi da parte del Governo centrale, soldi che non arriverebbero alla Regione Campania,nelle casse del Consorzio, alle ditte che sarebbero costrette a sopperire il gap attingendo denaro dalle proprie casse. Situazione sostenibile per un lasso di tempo limitato, vista la grandezza dei lavori. Che porterebbe inevitabilmente all’interruzione dei lavori in corso d’opera, con conseguenze devastanti.Uno stop con ripercussioni devastanti. Oggi in pericoloci sarebbero oltre 150 posti di lavoro, manovali, impiantisti, impiegati delle varie ditte che fanno parte del Consorzio, un intero indotto lavorativo che da 18 anni ruota intorno al mega-progetto di recupero del Rione Terra. Eventualità con conseguenze devastanti anche per le strutture finora completate, considerando che manufatti, impianti, locali necessitano di una manutenzione continua. Il peggior epilogo che si potesse immaginare

GENNARO DEL GIUDICE
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