Close
Primo Piano Quarto

QUARTO/ Ricostruisce un immobile “fantasma”, scoperto e condannato

QUARTO/ Ricostruisce un immobile “fantasma”, scoperto e condannato
  • Pubblicato14 Marzo 2017

QUARTO – Era riuscito ad ottenere un permesso a costruire, ma si è poi scoperto che la documentazione presentata a corredo era falsa: l’immobile per il quale aveva chiesto di procedere all’abbattimento e alla successiva ricostruzione, infatti, non esisteva.

LO 007 CON LE MAPPE MILITARI – L’incredibile scoperta la si deve soprattutto alle scrupolose indagini di un perito, che ha analizzato foto aeree e mappe, confrontandole tra loro. E scoprendo, appunto, che l’edifico da buttare giù non era mai stato realizzato in passato. La vicenda inizia nel 2014, quando al Comune arriva la richiesta per l’ottenimento del permesso, basandosi sulla legge riguardante il così detto Piano Casa regionale, che prevede piccoli ampliamenti volumetrici e ricostruzioni di vecchi edifici. Dopo aver analizzato la documentazione, il Comune rilascia il permesso, ma l’anno dopo lo ritira.

LA VICENDA IN TRIBUNALE – Contro quest’ultima decisione, il proprietario dell’immobile “fantasma” fa ricorso al Tar, ma lo perde sonoramente. Ad un architetto viene assegnato il ruolo di perito e scatta la ricerca. Nelle mani del tecnico finiscono una foto aerea del 1981, dalla quale si evince che dell’immobile in questione non ve n’è traccia. Si cercano anche altre prove, come cartografie a mappe, persino documenti dell’Istituto Geografico Militare. Vengono analizzati fotogrammi del 1974, del 1985 e del 1994: nulla, quell’immobile non esiste. Inutile, poi, quanto presentato dal proprietario per far valere la propria tesi: foto di un manufatto che però erano state scattate così da vicino da non consentire di stabilirne l’esatta posizione rispetto all’area interessata dalla ricostruzione.

LA SENTENZA – Così i magistrati della Seconda sezione del Tar Campania: «A differenza di quanto dedotto dal ricorrente, non è seriamente controvertibile che il permesso di costruire fosse stato rilasciato sul falso ed erroneo presupposto della preesistenza del fabbricato da demolire al 1967». Il ricorrente, oltre a perdere il ricorso, è stato condannato anche al pagamento di mille euro a favore del Comune.