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QUARTO/ Giunta, Giorgio Rollin dice no alla Capuozzo

QUARTO/ Giunta, Giorgio Rollin dice no alla Capuozzo
  • Pubblicato10 Marzo 2016
Giorgio Rollin,dirigente del Quartograd
Giorgio Rollin,dirigente del Quartograd

QUARTO – Giorgio Rollin non sarà della giunta Capuozzo.  La decisione è maturata dopo un lungo confronto tra il dirigente del Quartograd e i movimenti che avevano promosso un’assemblea per discutere di programma e obiettivi dell’amministrazione.  Alla fine, a mancare, è stata la comunione d’intenti tra chi lo sosteneva. Non arrivando ad una decisione unanime, dunque, Rollin ha deciso per dire di no al sindaco che lo aveva chiamato nelle scorse settimane.

LA MOTIVAZIONE – «Oggi come compagno che viene da un percorso ben chiaro fatto di mobilitazione e lotta che ha sempre fatto della coerenza una propria ragione di vita rifiuto di entrare in Giunta e lo faccio per diverse ragioni – spiega Giorgio Rollin – Innanzitutto per la mancanza di un progetto comune sul quale convergere, che investe le realtà territoriali di base prima dell’amministrazione comunale. In assenza di una progettualità comune sarei un singolo, agirei da tale e non penso che da solo io possa determinare un salto qualitativo in avanti di questa amministrazione. Riteniamo opportuno, piuttosto che impelagarci sul terreno scivoloso del “politichese”, in improbabili e avventurose alleanze, che all’ordine del giorno si ponga l’obiettivo di sviluppare un lavoro sinergico che viaggi parallelamente su due binari: da un lato avviare un serio dibattito che coinvolga organismi più o meno organizzati, singoli e abbia come oggetto “quale prospettiva politica dare alla nostra città?”.

RIMPASTO A RILENTO – Dunque, ancora nulla di fatto per quanto riguarda il rimpasto di giunta annunciato dal sindaco Capuozzo a Natale scorso. Continuano, però, i contatti tra il primo cittadino e potenziali nuovi  assessori. A quasi due mesi e mezzo dall’annuncio di voler cambiare qualche pedina nella squadra di governo, la giunta continua “orfana” della metà dei suoi elementi. Il primo a dimettersi fi Raffaella Iovine, il 10 dicembre; seguì poi Umberto Masullo, venti giorni dopo ed infine Tullio Ciarlone, il 18 gennaio. Da riempire le caselle alla Cultura, all’Urbanistica e al Bilancio.