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POZZUOLI/ Vigile “punito” vince la causa contro il Comune: avrà lo stipendio con gli interessi

POZZUOLI/ Vigile “punito” vince la causa contro il Comune: avrà lo stipendio con gli interessi
  • Pubblicato20 Febbraio 2016

comando polizia municipalePOZZUOLI – Punito sul lavoro con 11 giorni di sospensione e relativa “decurtazione” dello stipendio, ma in maniera non regolare. E così non solo riavrà indietro le spettanze economiche con tanto di interessi, ma verrà anche annullato l’intero procedimento disciplinare.  Lo ha stabilito il Giudice del lavoro presso il Tribunale di Napoli, trattando della vicenda di un agente della municipale. Ciò che emerge dalla sentenza potrebbe fare “giurisprudenza”, andando a creare un principio che potrebbe essere esteso anche ad altri casi analoghi.

Il comandante dei vigili urbani Carlo Pubblico
Il comandante dei vigili urbani Carlo Pubblico

LA SANZIONE – In pratica, ha stabilito il Giudice, chi ha comminato la sanzione disciplinare avrebbe potuto “punire” il dipendente fino a 10 giorni in quanto dirigente della stessa struttura: nel caso di specie è il comandante Carlo Pubblico. Per sanzioni superiori, invece, deve essere un’altra figura ad eseguire il provvedimento e cioè il Responsabile dell’Ufficio provvedimenti disciplinari, che a via Tito Livio era il segretario comunale. Ed è qui che è nato “l’inghippo”. Il 27 maggio del 2014, infatti, il segretario ha delegato lo stesso Carlo Pubblico come responsabile dell’Ufficio provvedimenti. Il dipendente del comando di via Luciano ha così fatto ricorso contro il provvedimento, vincendolo. Il Comune di Pozzuoli è stato quindi condannato alla restituzione di quanto trattenuto all’agente della municipale, oltre al pagamento delle spese processuali.

sperandeo
Il segretario generale Matteo Sperandeo

LA SENTENZA – Secondo il Giudice del lavoro «La delega conferita al Comandante della Polizia Municipale determina nel caso di specie una elusione» del Testo unico sul Pubblico Impiego «che per le ipotesi più gravi ha voluto creare “un sufficiente distacco dalla struttura lavorativa alla quale è addetto il dipendente sottoposto a procedimento disciplinare per evitare che la cognizione disciplinare avvenga nell’ambito dell’ufficio di appartenenza del lavoratore ossia in un luogo ove lo stesso dirigente dell’ufficio ha un coinvolgimento diretto con l’autore dell’illecito disciplinare».

ERRORE “POLITICO”? – Ciò che invece non è scritto nel dispositivo potrebbe riguardare cosa sta a monte della delega che ha conferito al comandante il “potere” di responsabile dell’Ufficio provvedimenti disciplinari e cioè una delibera di giunta. In questo caso, se errore ci è stato, sarebbe di natura “politica”. E, come detto, quanto deciso dal giudice potrebbe interessare anche altre eventuali “cause” di lavoro inerenti altri dipendenti colpiti da provvedimenti analoghi. Al momento non si esclude che il Comune possa fare ricorso in Appello. Anche se il principio a cui ha fatto riferimento è tirato in ballo in una sentenza di appena un anno fa della Cassazione, e dunque della “massima corte”.