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POZZUOLI/ Via Crucis, scoppia la polemica «Non abbiamo il diritto di imporre cerimonie religiose» – LA LETTERA

POZZUOLI/ Via Crucis, scoppia la polemica «Non abbiamo il diritto di imporre cerimonie religiose» – LA LETTERA
  • Pubblicato18 Marzo 2015

di Gennaro Del Giudice

via crucis
Polemiche intorno alla via Crucis a Pozzuoli

POZZUOLI – Per il secondo anno consecutivo è polemica a Pozzuoli sulle modalità della via Crucis. Anche per le celebrazioni del 2015 saranno infatti “vietate” le manifestazioni in strada da parte delle singole parrocchie (che in città sono 16), mentre sono “concesse” quelle organizzate dalle due foranie cittadine. In pratica il comando di Polizia Municipale darà “parere negativo” alle chiese che vorranno organizzare via Crucis in strada mentre darà il parere favorevole alla via Crucis Diocesana. Il motivo è dovuto alla massiccia presenza, in contemporanea, di migliaia di fedeli lungo le strade cittadine che comporterebbe la chiusura delle più importanti arterie con inevitabile congestione del traffico veicolare.

 

Lucio Terracciano - PD
Lucio Terracciano – PD

LA PROTESTA DEL CONSIGLIERE – Decisioni drastiche che sembrano non essere andate giù ad alcuni parroci, le cui rimostranze sarebbero state accolte dal consigliere comunale del Partito Democratico di Pozzuoli, Lucio Terracciano, che durante il consiglio comunale del 6 marzo scorso aveva accusato il Comandante della Municipale di Pozzuoli, Carlo Pubblico, di aver vietato le vie crucis parrocchiali. Un’accusa che non è andata giù al capo dei caschi bianchi che nella giornata di ieri ha indirizzato una lettera al consigliere comunale in attesa di quelle che saranno le decisioni del Sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. Infatti, ricevuti i pareri favore da parte del comandante, il primo cittadino potrà regolamentare consentendo o negando le varie vie crucis, attraverso apposita ordinanza. In caso contrario, varrà il parere dato dal capo dei vigili su ogni singola manifestazione religiosa.

 

Il dirigente dei servizi scolastici Carlo Pubblico
Il comandante della Polizia Municipale, Carlo Pubblico

LA LETTERA DEL COMANDANTE – Mi riferisco al Suo intervento letto durante la seduta del consiglio comunale del 6 marzo del 2015, riportato con qualche evidenza da un organo di informazione – scrive il comandante Carlo Pubblico – con cui mi si addebita di aver vietato le vie crucis parrocchiali perché “abbiamo difficoltà a coprire tutto il territorio di Pozzuoli e si bloccherebbe tutta la Città”. Non so da chi ha assunto tali imprecise informazioni, non rispondenti al reale colloquio telefonico avuto con il Parroco della Parrocchia di San Luca, per cui ritengo necessario alcune precisazioni per ristabilire la verità dei fatti. Premetto c1he la telefonata di Don Josè Manuel Rosa mi è stata anticipata da un esponente della Curia Vescovile per l’organizzazione annuale della via Crucis.

 

COLLABORAZIONE – Al reverendo Don Josè che mi illustrava telefonicamente il percorso della via Crucis del 27 marzo 2015 della prima forania (che comprende 12 parrocchie), ho assicurato la più ampia collaborazione del comando di polizia municipale, dopo ovviamente le autorizzazioni di rito che vengono rilasciate dall’Amministrazione comunale. Allo stesso sacerdote che mi anticipava una ulteriore via Crucis parrocchiale nella zona di Arco Felice per il successivo venerdì 3 aprile 2015, con richiesta di chiusura di arterie principali, ho espresso le mie motivate perplessità per considerazioni squisitamente tecniche (nella qualità di cattolico convinto e spero convincente). La città di Pozzuoli ha 16 parrocchie divise in 2 foranie (Pozzuoli 1 e Pozzuoli 2), la prima con 12 comunità parrocchiali e la seconda con 4. Lo scorso anno dopo le due vie crucis foraniali effettuate a Pozzuoli centro e a Monterusciello alle quali, come d’altronde quest’anno, fu assicurata assistenza e collaborazione, pervennero per il venerdì successivo ulteriori 11 richieste di assistenza per effettuare negli stessi orari vie crucis parrocchiali.

 

BLOCCO DELLA CITTA’ – A parte la considerazione che per assicurare l’assistenza di polizia stradale (almeno 2 pattuglie per ciascuna iniziativa) avrei dovuto disporre l’impiego di 44 agenti, tralasciando tutte le altre attività istituzionali, la circostanza che il Sindaco avrebbe dovuto ordinare la chiusura ovvero sospensione della circolazione auto veicolare delle strade interessate alle varie celebrazioni, costituendo di fatto il blocco della città in orari critici per la circolazione, mi indusse a rappresentare tale fatto all’Ordinario locale, per una valutazione doverosa e per il rispetto che dobbiamo avere per tutti i nostri concittadini. Egregio consigliere, come cattolico sono convinto che abbiamo il diritto di professare la nostra fede anche con manifestazioni liturgiche che fanno parte della nostra tradizione popolare, ma come cittadino sono convinto che non abbiamo il diritto di imporre tali nostre rappresentazioni, oltre il dovuto limite di correttezza civica, anche a chi non ritiene di condividere lo stesso nostro arricchimento spirituale. In altri termini se le comunità parrocchiali delle due foranie cittadine hanno ritenuto, venerdì 27 marzo 2015, di effettuare due distinte vie crucis esterne alle chiese, soddisfacendo l’aspettativa della pia pietà popolare, non capisco quale necessità liturgica richieda un’ulteriore duplicazione parrocchiale esterna di tale esercizio il venerdì successivo, con una dannosa contemporaneità temporale per la viabilità cittadina, a meno che tale rappresentazione esterna non sottintenda una inespressa necessità di forzoso protagonismo.

 

IL CULTO A DIO – Credo che l’esercizio della via Crucis, in cui si meditano le stazioni di martirio di Cristo, possa essere validamente e forse più proficuamente effettuata anche in ambiente di culto ovvero in area dedicata. Il Vangelo ci insegna che il culto a Dio non deve “essere necessariamente solo esterno e per “esterno” ovviamente non vi è riferimento alla sola struttura ecclesiastica. Alla luce delle considerazioni che precedono e che ribadisco con convinzione, chiarisco che il Comandante della Polizia Municipale non ha alcun potere di “veto”, ma di doveroso parere sulle problematiche di viabilità nonché di esercizio delle funzioni dirigenziali ai sensi della legge 7/3/1986 nr.65, nel rispetto delle direttive impartite dal Sig. Sindaco. Quanto innanzi per non passare ingiustamente alla storia cittadina come “caligola terzo”.