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POZZUOLI/ “Vendeva” posti di lavoro in fabbrica: condannato anche in Appello

POZZUOLI/ “Vendeva” posti di lavoro in fabbrica: condannato anche in Appello
  • Pubblicato24 Febbraio 2016

tribunalePOZZUOLI – Confermata la condanna a 4 anni e 4 mesi di carcere per Giovanni Compagnone, il 45enne scoperto mentre prometteva posti di lavoro in una nota azienda di Pozzuoli in cambio di soldi. La sentenza è stata emessa dalla quarta sezione della Corte d’Appello del tribunale di Napoli che ha confermato la condanna emessa nel gennaio del 2015 durante il processo con rito abbreviato. Compagnone, attualmente agli arresti domiciliari, è accusato di sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale. In tutto sono 26 le persone offese, vittime dei presunti raggiri messi in campo dal 44enne di Pozzuoli, alcune delle quali rappresentate e difese dagli avvocati Gennaro Maione, Lorenzo Sozio, Antonio Coppola e Sofia D’Amora.

Gli avvocati Sozio e Maione
Gli avvocati Sozio e Maione

LA DIFESA – «Ad oggi nessun risarcimento per i truffati che hanno subito notevoli danni – spiegano gli avvocati Sozio e Maione – dunque oltre al danno c’è la beffa. Ma siamo  soddisfatti per la conferma della sentenza che i giudici di appello hanno inteso emettere per i fatti contestati». Giovanni Compagnone fu arrestato dalla Polizia dopo un folle inseguimento e per sfuggire alla cattura prese in ostaggio una vittima. ”Adesso tu muori insieme a me” disse a una 44enne dalla quale si stava facendo consegnare dei soldi, dopo che i poliziotti, appostati in zona, gli avevano intimato l’alt.

Giovanni Compagnone a terra dopo essere stato incalzato da Luca Abete

LA VICENDA – Un mese prima Compagnone si rese protagonista di un servizio televisivo di “Striscia la notizia”, che diede l’input all’attività investigativa dei poliziotti nei confronti di un uomo che, in compagnia di un complice, in cambio di denaro prometteva alle ignare vittime assunzioni lavorative. Dopo la messa in onda alcune vittime del truffatore, dopo averlo riconosciuto in tv, chiesero aiuto alla Polizia denunciando l’accaduto. In quella circostanza la donna, d’accordo con i poliziotti, concordò con Compagnone un appuntamento per consegnargli altri 250 euro, che sarebbero serviti al 44enne per recarsi verosimilmente in un’altra città per recuperare i 10.000 euro che “a suo dire”, avrebbe poi restituito alla vittima. Truffatore e vittima all’indomani si incontrarono all’aeroporto di Capodichino, ma Compagnone alla vista dei poliziotti sequestrò la donna e si diede alla fuga a tutta velocità tentando di speronare più volte le auto degli agenti. Adesso tu muori insieme a me” urlò più volte l’uomo alla sua vittima prima di schiantarsi contro un guard-rail della Tangenziale di Napoli finendo così in manette.

SCOPERTO DA “STRISCIA LA NOTIZIA” – Compagnone era caduto nel “tranello” dell’inviato di “Striscia la Notizia” Luca Abete. Ripreso dalle telecamere mentre, seduto in un bar di Fuorigrotta, chiedeva 10mila euro alla vittima di turno in cambio di un posto di lavoro per il marito disoccupato. Alla donna il puteolano “garantiva” un posto di lavoro a tempo indeterminato in un’azienda quotata in borsa e uno stipendio di 1500-1600 euro. L’uomo, scoperto e incalzato da Luca Abete, ad un certo punto scappò in strada fingendo un ferimento dopo una finta caduta. Soccorso dai sanitari del 118 all’esterno dello stadio “San Paolo” di Napoli fu trasportato in ospedale ma subito dimesso. Ad attenderlo, fuori al nosocomio napoletano, una volante della Polizia che lo ha condusse in Questura.