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POZZUOLI/ Usura a Monterusciello, gli arrestati tornano in libertà

POZZUOLI/ Usura a Monterusciello, gli arrestati tornano in libertà
  • Pubblicato3 Gennaio 2014

di Gennaro Del Giudice

Le sette persone arrestate dai Carabinieri nei "600 alloggi" di Monterusciello e scarcerate il 30 dicembre dal Riesame

POZZUOLI – Tutti scarcerati. I sette finiti in manette il 13 dicembre scorso durante un blitz antiusura nel quartiere di Monterusciello di Pozzuoli, sono stati rimessi il libertà dal Tribunale del Riesame di Napoli dopo 17 giorni di detenzione. I tre Giudici della dodicesima Sezione Penale del Tribunale del Riesame hanno accolto le istanze di scarcerazione presentate dai legali dei 7 imputati e disposto lo scorso 30 dicembre l’immediata liberazione di Gennaro Cuordifede, 63 anni, della figlia Francesca, 38 anni e del marito di quest’ultima, Gennaro Mele, 49 anni (tutti e tre difesi dagli avvocati Amerigo Russo ed Emilio Ursomanno) in quanto ritenuti estranei ai fatti; la scarcerazione di Immacolata Varriale, 40 anni e Luisa Varriale, 28 anni (per quest’ultima la misura cautelare in carcere fu sostituita dagli arresti domiciliari) ma disponendo nei loro confronti l’obbligo di firma tutti i giorni presso la vicina stazione dei Carabinieri.

 

DOMICILIARI PER DUE DONNE – Infine, i Giudici del Tribunale del Riesame hanno disposto il trasferimento dal carcere agli arresti domiciliari per Attilia Iovine, 58 anni (difesa dall’avvocato Rossana Scotto di Santolo) e Purificata Avallone, 59 anni. Inoltre, nei confronti di Gennaro e Francesca Cuordifede e del marito di quest’ultima Gennaro Mele, è stata annullata del tutto l’ordinanza emessa nei loro confronti dal GIP del Tribunale di Napoli che ordinava anche il sequestro di beni tra cui conti correnti, buoni fruttiferi e veicoli.

 

ARRESTATI LO SCORSO 13 DICEMBRE – I sette finirono in manette all’alba del 13 dicembre durante un blitz antiusura condotto nella zona popolare dei “600 alloggi” di Monterusciello. Secondo l’accusa i sette, in concorso tra loro, avevano avviato un’attività di usura nel quartiere, prestando soldi con interessi fino al 60%. Il blitz scattò a seguito di indagini partite dopo una perquisizione nell’abitazione di Gennaro Cuordifede e della moglie Attilia Iovine: in quell’occasione, gli inquirenti trovarono soldi contanti, assegni, libretti postali, buoni fruttiferi e “pizzini”. Poi il racconto di persone a cui furono prestati i soldi. Indizi che condussero il Gip di Napoli Pasqualina Paola Laviano a disporre le ordinanze di custodia cautelare in carcere per i sette, poi annullata dopo 17 giorni dal Tribunale del Riesame che ha accolto le istanze di scarcerazione dei legali.