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POZZUOLI/ Si scambiavano i badge e lasciavano il posto di lavoro: indagati 10 dipendenti del cimitero

POZZUOLI/ Si scambiavano i badge e lasciavano il posto di lavoro: indagati 10 dipendenti del cimitero
  • Pubblicato31 Gennaio 2023

POZZUOLI – Dieci lavoratori del cimitero comunale di Pozzuoli sono indagati in concorso tra loro per truffa e falsa attestazione delle presenze sul posto di lavoro mediante lo scambio improprio di badge elettronici. Si tratta di quattro dipendenti comunali e sei LSU, finiti nell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero della Procura di Napoli Danilo De Simone e condotta dalla Polizia Municipale di Pozzuoli che ha cristallizzato l’attività fraudolenta messa in atto dai dieci lavoratori nel periodo compreso tra il 9 aprile e il 2 novembre del 2019 attraverso intercettazioni ambientali. In particolare gli investigatori, mediante tre telecamere posizionate negli uffici amministrativi del cimitero di via Luciano, di cui una che puntava direttamente al dispositivo marcatempo, hanno ripreso l’entrata ed uscita dei lavoratori dal cimitero e il passaggio dei badge.

GLI EPISODI – Sono 428 gli episodi finiti nel dispositivo di fine indagine con gli avvisi di garanzia notificati ai dieci lavoratori che si occupavano di servizi cimiteriali tra cui tumulazione, scavo e traslazione di salme. Tutti sono stati sospesi venerdì scorso in attesa di comparire davanti alla commissione disciplinare del comune di Pozzuoli chiamata a pronunciarsi sui fatti che potrebbero, nell’arco di un mese, portare ai licenziamenti. Tra gli episodi contestati c’è quello che ha visto un lavoratore cedere il proprio badge al collega il quale, nonostante fosse in ferie, si era recato al cimitero di via Luciano per “smarcargli” la presenza; in un altro caso, invece, un dipendente terminata la mattinata di lavoro era andato a pranzo a casa lasciando il badge al collega che glielo aveva “smarcato” durante la pausa mensa per fargli ottenere il buono pasto.

L’avvocato Gennaro Maione

LA TRUFFA – Scambi di badge e piaceri che avevano consentito di far pervenire in busta paga giornate di lavoro mai effettuate o effettuate parzialmente e buoni pasto, inducendo così in errore il comune di Pozzuoli e l’INPS (per gli LSU) e procurando un danno ai due enti che è stato quantificato intorno ai 20mila euro circa. Difesi dagli avvocati Gennaro Maione, Salvatore Matarazzo, Antonio Tufano e Giuseppe Caruso, i dieci indagati puntano a dimostrare la loro innocenza. «La vicenda ha riguardato un’articolata attività di indagine della polizia giudiziaria con conseguente copioso materiale acquisito da parte degli inquirenti -spiega l’avvocato Gennaro Maione- Non siamo in grado di fornire valutazioni più approfondite e prendiamo atto della protesta di innocenza dei nostri assistiti».