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POZZUOLI/ Quando i RAS picchiarono il nipote del boss

POZZUOLI/ Quando i RAS picchiarono il nipote del boss
  • Pubblicato21 Ottobre 2017
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POZZUOLI – Picchiato con il calcio di un fucile perchè si era ribellato ai fratelli Ferro. E’ questa la lezione che i due RAS riservarono a Gennaro Gaudino, alias “Genny”. nipote del boss Gennaro Longobardi. A raccontare l’accaduto sono stati due collaboratori di giustizia. La violenta aggressione sarebbe nata in seguito alla fronda animata da Gaudino contro i fratelli Ferro, rei di abusare del loro potere sugli affiliati puteolani. Genny, forte dell’imminente scarcerazione dello zio, avrebbe “sfidato” i due nipoti di Beneduce che dopo l’operazione Penelope avevano preso il controllo degli affari illeciti nella città di Pozzuoli.

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LA PUNIZIONE – Un affronto troppo grande che il “ribelle” pagò con una violenta punizione. Gaudino infatti -stando al racconto del collaboratore di giustizia Napoleone Del Sole -fu prelevato da Domenico Illiano alias “Mimì malacarne” proprio su ordine dei fratelli Ferro, portato al cospetto di questi ultimi che lo colpirono alla testa con il calcio di un fucile prima di farlo picchiare da altri affiliati. Gaudino finì all’ospedale con ferite agli arti e alla testa.

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NUOVO GRUPPO – Il nipote del boss in quel periodo -secondo il collaboratore di giustizia Giuseppe Rocco- avrebbe manifestato la volontà di creare un gruppo autonomo insieme a Giuseppe Carotenuto alias “Pinuccio la ricotta”, Pio Aprea alis “Piariell”, l’attuale collaboratore di giustizia Giuseppe Rocco e un tale Angelo. Aggressione confermata dallo stesso Rocco secondo il quale Gaudino fu picchiato anche perchè aveva ordinato a un figlio del “malacarne” di consegnare a lui i soldi delle estorsione anzichè ai fratelli Ferro.