POZZUOLI/ Parlano i pentiti: Capasso, il ras della camorra che “ripuliva” i soldi della droga con i gamberoni
POZZUOLI – Arrestato per estorsione ai danni del titolare di un noto ingrosso di bibite Emilio Capasso, 38enne ras emergente di Monterusciello, dal 2019 era al vertice di un nuovo gruppo criminale nato dopo la fine del clan Ferro. Capasso gestiva la piazza di spaccio del lotto 5, “la più importante di Pozzuoli in termini di spaccio, attiva h24 e che vende cocaina, crack e fumo”. Droga che secondo i pentiti veniva acquistata al Rione Traiano (cocaina) e a Marano (hashish). “Capasso aveva avviato un’attività di commercio di gamberoni, riciclando soldi della droga. Dico questo perché quando andava a comprare i gamberoni ero presente anche io ed era pacifico che i soldi investiti erano il provento della vendita di sostanze stupefacenti” ha raccontato ai magistrati Antonio D’Oriano, uno degli ultimi pentiti di camorra insieme a Francesco Loffredo, Salvatore Artiaco detto “mammariello” e Genny Gaudino, nipote del boss Gennaro Longobardi, tutti ex affiliati ai clan di Monterusciello che si sono aggiunti alla fitta schiera di collaboratori di giustizia di cui fanno parte anche i boss Antonio Ferro e Lino Pagliuca.
LA VENDETTA – Nel gruppo Capasso entrò a far parte anche Roberto Del Sole, fratello del pentito Napoleone, a cui il ras promise di vendicare la gambizzazione di cui fu vittima nei 600 alloggi qualche mese prima. Altri particolari raccontati da D’Oriano: “Dovevamo sparare ad …omissis… per diversi motivi: in primo luogo perché aveva sparato a Del Sole, in secondo luogo perché aveva bruciato la macchina al Capasso e in terzo luogo perché si stava prendendo tutte le piazze di Monteruscello, imponendo quote e modalità di spaccio…”
IL GRUPPO – Capasso tentò di allargare il gruppo ad ex affiliati ai Longobardi-Beneduce prima e ai Ferro. A raccontarlo è Salvatore Artiaco detto “mammariello”, spacciatore ferito dai colpi d’arma da fuoco sparati dal nipote Emanuele Delos dopo uno scontro sulla gestione della piazza di spaccio dei 600 alloggi, nei pressi delle cooperative. “…con le scarcerazioni di Illiano Gianni, Sannino Gennaro detto “Gennarino” e De Luca Silvio, insieme a Capasso Emilio già libero, i predetti hanno cercato di mettersi d’accordo per formare un gruppo e riprendere il controllo del territorio, occupandosi principalmente di attività criminose quali estorsioni, spaccio di stupefacenti e armi…”. Infine la riunione che avrebbe sancito l’unità del gruppo raccontata dallo stesso “mammariello” “A questa riunione c’erano oltre me…omissis…Emilio, mio nipote Delos Emanuele e altri tre ragazzi di cui non ricordo bene il nome. In questa riunione si stabilì che Emilio doveva procurare le armi al gruppo perchè in questo modo il gruppo avrebbe potuto assumere il dominio del territorio…”