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POZZUOLI/ «Mensa scolastica troppo cara», protesta delle mamme a Licola

POZZUOLI/ «Mensa scolastica troppo cara», protesta delle mamme a Licola
  • Pubblicato1 Novembre 2015

20151030_090005POZZUOLI – Pasti troppo cari e mamme sul piede di guerra. Succede a Licola, dove un gruppo di genitori protesta contro il ticket per la mensa scolastica che per le scuole comunali costa 4 euro a pasto per chi non ha un Isee inferiore ai 15.000 euro. Una spesa mensile di circa 90 euro per i bambini delle scuole dell’infanzia che mangiano a scuola 5 giorni a settimana e che viene ritenuta troppo onerosa per numerose famiglie. Nessuno infatti sembra rientrare nei limiti fissati dal Comune di Pozzuoli per accedere al servizio mensa a 2,5 euro a pasto. Una situazione che ha creato malumori e non poche difficoltà con un conseguente calo del numero dei che pranzano a scuola.

trinconeLE MAMME – Ciò che chiedono è un intervento da parte dell’amministrazione comunale per mettere fine a una situazione che definiscono “insostenibile” «Su 156 bambini sono circa venti quelli che mangiano a scuola perché quasi nessuno riesce a rientrare nei parametri Isee che consente il pasto a 2,5 euro – spiegano i genitori – è chiaro che c’è qualcosa che non va, il Comune deve intervenire perché altrimenti i nostri figli non possono fare le attività del tempo prolungato. C’è chi ha anche due bambini a scuola ed è costretto a subire un vero salasso. Abbiamo chiesto da tempo un incontro con il Sindaco ma non abbiamo ancora avuto una convocazione, potremmo presentarci noi spontaneamente a breve».

LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE – A rispondere sull’argomento è l’assessore alla pubblica istruzione Alfonso Trincone: «Sul limite Isee non possiamo derogare, sono regolamenti dirigenziali e vanno rispettati, dal canto nostro abbiamo anche predisposto una quantità di pasti gratuiti per le famiglie indigenti. Paghiamo i pasti più cari rispetto agli altri comuni? Per quanto riguarda Pozzuoli possiamo dire che abbiamo scelto il top sul mercato, purtroppo la qualità e soprattutto la sicurezza dei bambini sono cose che si pagano».