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POZZUOLI/ Le vergogne puteolane: il nefando “cesso” di via Celle

POZZUOLI/ Le vergogne puteolane: il nefando “cesso” di via Celle
  • Pubblicato6 Dicembre 2022

di Rosalba Tello

POZZUOLI – E’ diventato il simbolo della mala amministrazione, la noncuranza delle istituzioni, l’emblema dell’indifferenza nei confronti del nostro poco valorizzato patrimonio archeologico. Antonio Isabettini, cittadino appassionato di storia e arte puteolana – noto anche, negli ultimi tempi soprattutto tramite i social, per il continuo sprone alla politica, spesso provocatorio, a fare meglio e di più -, propina un tormentone, ormai da anni: il “cesso” di via Celle. Inutile usare eufemismi o sinonimi più eleganti: il maestro lo ha battezzato proprio così per meglio denotare il suo significato spregiativo: un orrendo manufatto, che doveva fungere da piccola biglietteria dotata di servizi (ma senza porte), lasciato in bella vista proprio accanto alla Necropoli. Un wc “open air” che offende la storia di Pozzuoli e tutti i cittadini che amano il nostro – ahinoi – bistrattato paese.

IL DEGRADO – “Sarà un decennio che conduco questa battaglia, in varie occasioni, con chi di dovere. Sto ancora aspettando”. Isabettini stimola spesso i puteolani, pungolandoli in post su Facebook, a dire la loro sulle altre “vergogne” dei Pozzuoli: il tempio il Serapide tristemente illuminato; un anfiteatro che il mondo ci invidia (o almeno dovrebbe, se fosse più valorizzato e conosciuto) privo di eventi, nonostante sia il luogo ideale per concerti e rappresentazioni teatrali (e i palchi di legno incendiati e lasciati lì a marcire per mesi finche, guarda caso, non è arrivato il giro d’Italia a Pozzuoli). E poi il declino immeritato del cinema Sofia; la terrazza fantasma di villa Avellino, teatro di tanti ameni spettacoli negli anni 80; un Rione Terra desolato e senza vita (se si escludono gli scavi archeologici e il museo diocesano), dove persino attivare il cinema all’aperto diventa un affare di stato; lo scarno programma di manifestazioni culturali, che non compensa la spropositata presenza di bar e ristoranti che ha trasformato un paese ricco di storia in un divertimentificio per giovani, a volte sguaiato e avulso dal contesto. E tanto altro.

LA BATTAGLIA – Tornando alla necropoli di via Celle, essa è chiusa al pubblico. “Di lì è passato San Paolo recandosi a Roma – racconta Isabettini -. L’unica via percorribile era la Puteolis Capuam, passando per Quarto. Quell’obbrobrio di wc si trova a tre metri della via Consolaris, un percorso sacro su cui sono state organizzate le vie crucis, e su cui suggerivo di riproporre il presepe vivente”. Oggi, invece, a sfregiare il sito archeologico c’è da almeno 10 anni “il gabinetto” che – oltre il danno la beffa – non si può demolire perché di proprietà demaniale. “Tutti i nostri politici da tempo ne sono a conoscenza, di questa offesa alla storia e alla religione. Bastavano due ore e due operai per buttarlo giù, ma evidentemente non interessa”. L’unico che ha segnalato il problema in un consiglio comunale fu, nell’era Figliolia, un consigliere comunale di minoranza di Europa verde, Enzo Pafundi, ma l’interpellanza non ebbe seguito.

LE VERGOGNE PUTEOLANE – Resta il “mistero” sul perché costruire un bagno proprio dinanzi alla necropoli invece di utilizzare, come accade per gli eventi, nei mercati pubblici, ecc., un banale wc chimico, magari posizionato in un luogo meno visibile possibile. Col suo solito spirito dissacratore, Isabettini scrisse un articolo intitolato “Il cessimento” su una testata online, ma la sua battaglia è inarrestabile e periodicamente torna sul tema per scuotere gli animi, perché è da questi “dettagli” che si evince quanta indifferenza vi sia nei confronti del nostro inestimabile patrimonio. “Vogliamo parlare della strada romana alla Solfatara scoperta 30 anni fa, intatta, e ricoperta da vegetazione? O della grotta di Cocceio al lago d’Averno? Lavori finiti e sito mai aperto. Ovvio: lì c’è una colonia di pipistrelli protetti dalla Comunità Europea, quindi si sapeva benissimo che la galleria sotterranea non sarebbe stata accessibile al pubblico. Niente guide, niente itinerario, soldi buttati”, riferisce Antonio, aggiungendo che l’elenco delle “vergogne puteolane” è così lungo che sarebbe davvero ora di provvedere, una volta per tutte. A cominciare da un’azione facile facile: buttare in eco-piazzola… un wc! “Speriamo che Babbo Natale, o la Befana, ci faccia un bel regalo”.