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POZZUOLI/ “La mano della camorra sui parcheggi abusivi” Restano in carcere i 4 affiliati

POZZUOLI/ “La mano della camorra sui parcheggi abusivi” Restano in carcere i 4 affiliati
  • Pubblicato10 Maggio 2015

di Gennaro Del Giudice

L'uscita dalla caserma dei carabinieri di Arco Felice
L’uscita dalla caserma dei carabinieri di Arco Felice

POZZUOLI – Un “esercito” che secondo le stime raggiungerebbe le cento unità. Un’attività che genera migliaia di euro al giorno, un business che fa gola alla criminalità organizzata che tenta la gestione diretta. Da tempo gli inquirenti seguono con attenzione il fenomeno del parcheggio abusivo contro il quale sono stati numerosi gli interventi di prevenzione e contrasto con blitz nelle “zone calde”. Dopo l’ultima operazione dei carabinieri della compagnia e del nucleo operativo di Pozzuoli, diretti dai capitani Elio Norino e Gianfranco Galletta, è arrivato il plauso del sindaco della città Vincenzo Figliolia “La camorra alle spalle dei parcheggiatori abusivi. E’ un dovere denunciarli. Grazie ai carabinieri di Pozzuoli” è stato il tweet del primo cittadino.

 

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Il tweet di complimenti ai carabinieri

COLPO AL “SISTEMA” – Venerdì scorso il colpo alla banda vicina al clan Longobardi-Beneduce che stava tentando di prendere in mano le redini del mercato. Quattro le persone finite in manette, tutte restano ancora rinchiuse nel carcere di Secondigliano dopo la convalida degli arresti. Alessandro Iannone, 38 anni, residente a Quarto, detto “nas ‘e cane” e ritenuto l’erede del RAS Nicola Palumbo detto “faccia abbuffata” e Rosario Ferro, 24 anni, figlio del fratellastro del boss Gaetano Beneduce. Insieme a loro sono finiti in manette anche il 20enne Luca Peres, residente a Quarto e Pio Aprea, detto “Priariell”. Erano loro che stavano mettendo le mani sul business del parcheggio abusivo,dove la manovalanza era costretta a sottostare alla loro volontà, cedere una quota per “occupare” le strade. Proprio come denunciò nei mesi scorso un “parcheggiatore-pentito” al nostro giornale raccontando come funzionava il “sistema”.