Close
In Evidenza Pozzuoli

POZZUOLI/ «Io, operato per un tumore al cervello, ringrazio medici e infermieri del Santa Maria delle Grazie»

POZZUOLI/ «Io, operato per un tumore al cervello, ringrazio medici e infermieri del Santa Maria delle Grazie»
  • Pubblicato12 Ottobre 2023

POZZUOLI – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Rosario F., da poco dimesso dall’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli dove era stato ricoverato per un tumore al cervello.

LA LETTERA – «Letto 19 . Sapete che mi è cambiata la vita in tre giorni dal momento in cui mi sono fatto la risonanza col contrasto. Da lì ho pensato è finito tutto. Ero sfiduciato. Ma da come mi hanno accolto la prima volta che ho messo piede mi è cambiato tutto. Dal colloquio con il Prof Raffaele De Falco che mi ha accolto come un papà, grandissimo professionista e siamo fortunati ad averlo in Campania perché gente come lui non ne fanno più. Il Direttore generale dovrebbe coccolarselo un pò in più perché viene gente da tutta Italia e non solo per farsi operare, non possiamo perdere un eccellenza qui a Napoli. Ma passiamo al suo staff. C’è il dottor Colandrea, grandissimo simpaticone che lasciava una scia di profumo per tutto il reparto; poi c’è Maria, la caposala, con il suo dire che può sembrare rigida ma sotto sotto c’è un cuore tenero. Poi c’è Lella che tutte le mattine mi veniva a svegliare con quei suoi occhi celesti e quel bellissimo sorriso; Poi c’è Carmen, la mattina si sentivano le sue urla da dentro gli spogliatoi ma bastava che gli facessi un sorriso e si scioglieva come un ghiacciolo al sole; poi c’è Alfonsina che è dolce come il miele; poi c’è Gianni che al mio risveglio lo chiamavo Giovanni; poi c’è Fabio che mi ha stimolato a scendere dal letto e a fare i primi passi, che santa pazienza ha avuto. poi c’era Francesco con la sua voce svegliava tutti con il buon umore, poi c’era Enza come il sole irrompeva in camera e rallegrava tutti con la sua fida compagna (la macchinetta per misurare la pressione ) e la sua maglietta fucsia con la scritta Enza che porta orgogliosa sul petto; poi c’era Adriano con i suoi capelli impeccabili e le sue magliette particolari; poi c’erano Antonella, Susy, Natalina che passavano a salutarmi e a prendere fra un sorriso e l’altro qualche goccia di sangue; poi c’è Giovanna che mi ha trattato come un figlio; poi c’è Pietro che col suo spazzolone caccia dalla stanza ogni negatività; poi c’era Serena, che quando mi veniva a cambiare la terapia guardava negli occhi e mi sorrideva. Poi c’erano Marco, Mattia che già conoscevo. Per loro è stato un colpo vedermi, mi spronavano a migliorare giorno dopo Giorno anche se non era il loro compito. Sono stati con me in sala operatoria fino a quando non mi sono addormentato. Poi c’era Raffaella che in camera intensiva, con pazienza, ha risposto alle mie domande e al mio risveglio i minuti erano interminabili. Poi c’era il mio amico Lucky, il mio Angelo custode destino ha voluto che capitassimo in stanza insieme. Spero di non aver dimenticato nessuno e di avervi fatto rivivere le mie giornate con un pizzico di speranza» (Letto 19 – operato ad un tumore al cervello)