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POZZUOLI/ Il PD mette alla porta Pennacchio e Daniele «Contraddittori e strumentali»

POZZUOLI/ Il PD mette alla porta Pennacchio e Daniele «Contraddittori e strumentali»
  • Pubblicato11 Febbraio 2020

POZZUOLI – Il Pd risponde a Pennacchio e Daniele: lo fa attraverso un documento indirizzato ai segretari nazionale, regionale e della federazione del partito e al sindaco di Pozzuoli, a firma del circolo cittadino e del gruppo consiliare.

LA RISPOSTA – L’articolato documento-comunicato con il quale i consiglieri Daniele e Pennacchio hanno annunciato la fuoriuscita dal gruppo consiliare del Partito Democratico e la loro adesione al gruppo misto è un condensato di assunti precostituiti e destituiti di ogni fondamento. -si legge nel documento- Ed infatti, nell’ambito di un ragionamento politico iniziato già in sede congressuale, tutte le sensibilità del partito, facendo ammenda dei rispettivi errori, hanno avvertito la necessità di intraprendere un nuovo corso finalizzato al rafforzamento del Partito e della Amministrazione. Tutte le parti in causa, eccetto i due sottoscrittori del documento, hanno percepito come di vitale importanza recepire i segnali che il segretario ed il sindaco, ognuno per le rispettive competenza, hanno inteso inviare.
Tali segnali hanno determinato un ritrovato equilibrio nel partito e nel gruppo consiliare, dove coesistenza, partecipazione e condivisione sono i principi cardine che regolano la vita quotidiana, al punto che in circa un mese e mezzo sono stati celebrati sei direttivi e tre attivi politici aperti a tutto il gruppo dirigente e alla città.

“IL PARADOSSO” – Tuttavia, è veramente assurdo che chi abbia ricoperto fino a qualche mese fa il ruolo di presidente del gruppo consiliare o chi abbia determinato, con la sua indicazione, l’assessore al bilancio oggi si dolga che per due anni vi sia stata una assenza di iniziativa politica, quando i due consiglieri avrebbero potuto e dovuto, ognuno per i rispettivi ambiti di competenza ed unitamente ai loro rappresentanti nel direttivo e nella segreteria, determinare l’azione politica. Ciò non è stato fatto per ragioni che si ignorano ma, evidentemente, è molto più facile e comodo addossare le responsabilità a terzi piuttosto che fare un profondo mea culpa. Sotto altro profilo, è veramente paradossale come, nonostante un’aspra oltre che ingenerosa critica nei confronti del partito locale, al punto da ritenere di aver brillato nel non aver messo in campo alcuna iniziativa politica, che ha contribuito alla marginalizzazione dei consiglieri comunali (almeno quelli del PD), i due consiglieri abbiano dichiarato di lasciare il gruppo consiliare ma non il partito. Ed è proprio in questo assunto che emerge in maniera dirompente tutta la contraddizione e la strumentalità del ragionamento posto in essere. La logica avrebbe imposto che ad una valutazione così negativa rivolta al partito sarebbe seguita la fuoriuscita dal partito prima che dal gruppo. Ma così non è stato. Tale illegittimità statutaria è stata posta alla attenzione degli organismi metropolitani del partito per la adozione dei provvedimenti consequenziali.