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Cronaca Pozzuoli Primo Piano

POZZUOLI/ Estorsione da 10mila euro a pompe funebri, assolti “gli amici di Toiano”. Condannati due pentiti

POZZUOLI/ Estorsione da 10mila euro a pompe funebri, assolti “gli amici di Toiano”. Condannati due pentiti
  • Pubblicato16 Febbraio 2024

POZZUOLI – Quattro assoluzioni “per non aver commesso il fatto” e due condanne a quattro anni di carcere in totale. È la sentenza emessa oggi dal Giudice del Tribunale di Napoli, Maria Gabriella Iagulli, durante il processo di primo grado a carico di sei componenti della banda “gli amici di Toiano” accusati di una tentata estorsione da diecimila euro ai danni del titolare di un’agenzia funebre di Pozzuoli.

LA SENTENZA – Gli assolti sono Emilio Capasso, 40 anni (attualmente detenuto) e Giuseppe Chiaro, 49 anni, entrambi difesi dall’avvocato Luca Gili: erano accusati di essere tra i mandanti dell’estorsione e del raid durante il quale due uomini cosparsero di benzina la porta d’ingresso dell’agenzia a scopo intimidatorio; Giuseppe Cammino, 30 anni e Fabio Pasquale Lucci, 43 anni. Condannati invece a due anni di carcere i pentiti di camorra Gennaro Alfano, 32 anni e Francesco Loffredo, 26 anni, quest’ultimo reo confesso.

L’ESTORSIONE –  Diecimila euro per i due anni di attività svolti a Pozzuoli. Fu questa la richiesta estorsiva avanzata nel dicembre del 2021 al titolare di un’agenzia funebre da affiliati ai gruppi criminali di Monterusciello e Toiano che si muovono sotto il cartello dei Longobardi-Beneduce, anche avvalendosi dell’intermediazione di esponenti del clan Sorianello del Rione Traiano. Dopo un primo incontro a Monterusciello, prima nei pressi di un bar e poi a casa di un affiliato alla presenza della moglie e del cognato che aveva fatto da intermediario per l’incontro. Secondo l’accusa uno dei mandanti  fu Gennaro Alfano che, insieme ad altri affiliati del gruppo di Toiano e di esponenti vicini a “quelli del bivio” di Quarto, erano stati -secondo i pentiti – anche mandanti ed esecutori di un incendio ai danni di un centro scommesse di Licola. Durante l’incontro, a cui ne seguirono altri, al cospetto del titolare dell’agenzia funebre Gaetano Arcone disse che “aveva preso informazioni” e che siccome “stava lavorando da due anni” doveva dare a loro di Pozzuoli “un aiuto di 10mila euro”. Dopo il rifiuto da parte dell’imprenditore che denunciò l’accaduto ai carabinieri, Francesco Loffredo cosparse di benzina l’ingresso della sede dell’impresa funebre e nell’allontanarsi a bordo di una motocicletta mimò verso le telecamere il gesto di sparare con la pistola.

LE FOTO

In alto da sinistra: Peppe Chiaro e Pasquale Lucci In basso da sinistra: Gennaro Alfano e Emilio Capasso