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POZZUOLI/ E’ finita, il boss ci ricade: un’estorsione incastra Longobardi

POZZUOLI/ E’ finita, il boss ci ricade: un’estorsione incastra Longobardi
  • Pubblicato6 Aprile 2017
Gennaro Longobardi

POZZUOLI – Alle 4 in punto i carabinieri stringono le manette ai polsi dell’ultimo boss di Pozzuoli, l’unico capoclan della camorra ancora libero tra Napoli e provincia. Dopo 321 giorni Gennaro Longobardi, 61 anni il prossimo 29 aprile, è tornato in cella, da cui era uscito nel maggio del 2016 dopo 13 anni di carcere duro al 41 bis. E’ stato preso nella sua abitazione al terzo piano di una palazzina popolare in via Libero Bovio, all’interno del quartiere diventato sua roccaforte. Nei suoi confronti un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli per estorsione aggravata da finalità mafiose ai danni del titolare di un noto ristorante di Pozzuoli. Per le prossime 48 ore è attesa la convalida dell’arresto.

ARRESTATO COL GENERO – Insieme al boss è finito nel carcere di Secondigliano anche il genero, Gennaro Amirante, 38 anni, detto “Gennarino scimità”. Anche questa volta, come avvenne nel 2003 durante il maxi blitz al mercato ittico di Pozzuoli, Longobardi finisce in carcere per un’estorsione legata alla vendita di pesce e frutti di mare. Nel suo mirino era finito un ristoratore di Pozzuoli, da cui si recò col genero “raccomandando” i frutti di mare venduti da quest’ultimo, che iniziò con insistenza a consegnarle alla vittima nonostante le sue rimostranze.

L’ESTORSIONE – Un pizzo da 1.500 euro mensili che il boss aveva pensato di “convertire” trasformandolo nell’acquisto-obbligato dei frutti di mare venduti da Amirante, ma eccessivo per le esigenze del ristorante e a prezzi molto più alti di quelli di mercato. Poi la denuncia ai carabinieri e l’avvio delle indagini culminate col doppio arresto di oggi. All’alba l’abitazione del boss è stata circondata dai carabinieri del Nucleo Operativo di Pozzuoli – diretti dal capitano Elio Norino e dal tenente Luca La Verghetta – e dagli uomini del Nucleo Investigativo di Napoli. Su Gennaro Longobardi, che dopo la scarcerazione era sorvegliato speciale, pendeva una condanna in primo grado a 14 anni di carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Pena poi sospesa. Ma ora per lui si sono spalancate di nuovo le porte del carcere.