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POZZUOLI/ Dopo 10 anni torna l’incubo dello scioglimento per camorra

POZZUOLI/ Dopo 10 anni torna l’incubo dello scioglimento per camorra
  • Pubblicato30 Gennaio 2016

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POZZUOLI – Le perquisizioni dei carabinieri ordinate dall’Antimafia all’interno degli uffici comunali hanno riportato alla memoria quanto avvenne poco più di 10 anni fa. Quando il consiglio comunale venne sciolto per infiltrazioni della malavita organizzata. Anche nella vicenda di questi giorni compare l’ombra della camorra, con l’aggravante dell’articolo 7 che pesa sul reato di cui sono accusati i due indagati . Impossibile e azzardato sarebbe prevedere che le perquisizioni durate oltre un giorno possano portare a rivivere quanto già visto nel 2004, quando i carabinieri passarono al setaccio gli uffici del Comune.

LA RELAZIONE DEL 2005 – Questa la “storia” che portò poi allo scioglimento del consiglio comunale. Nel gennaio del 2004 i militari perquisirono gli uffici comunali. Il 5 febbraio del 2004 il Prefetto di Napoli invia a Toiano una commissione di accesso che indagherà e i cui risultati finiranno, assieme alle indagini dei carabinieri, sul tavolo del ministro degli Interni Beppe Pisanu. Il quale, il 23 dicembre del 2005, firma il decreto di scioglimento del consiglio comunale di Pozzuoli per 18 mesi. Nella documentazione dell’epoca si leggeva che il Comune puteolano «presenta forme di ingerenze da parte della criminalità organizzata che compromettono l’imparzialità della gestione e pregiudicano il buon andamento dell’amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi». Ed ancora «L’ingerenza negli affari dell’ente e la strumentalizzazione delle scelte amministrative risultano favorite da una generale acquiescenza degli organi di governo e dell’apparato burocratico, del cui operato sono comunque responsabili gli organi politici, nei confronti di istanze provenienti dagli ambienti della criminalità organizzata locale».

INERZIA DEL COMUNE – Nella relazione, poi, si fa riferimento alla gestione del mercato ittico all’ingrosso, al blitz del 2003 che portò in carcere decine di affiliati al clan Longobardi-Beneduce e al fatto che, nonostante nuove elezioni, le cose siano proseguite più o meno nello stesso modo: «L’accesso ha consentito di appurare che lo stato di inerzia da parte del comune è continuato anche con i rinnovati organi di governo e si è concluso solo dopo l’intervento della magistratura» aggiungendo «solo dopo l’intervento della magistratura l’amministrazione si è determinata a realizzare i necessari lavori di adeguamento del mercato. E soltanto ad accesso ispettivo già avviato, ha proceduto all’approvazione di un nuovo regolamento, all’indizione di un concorso per l’assegnazione di una parte dei posteggi e avviato le procedure di riscossione dei canoni non pagati, complessivamente ammontanti a diverse centinaia di migliaia di euro. E’ ragionevole ipotizzare che l’esclusione di diversi operatori gravati da controindicazioni antimafia o privi dei requisiti morali sia stata motivata dal tentativo di fronteggiare i rischi derivanti dall’accesso».

L’APPALTO PER I RIFIUTI – C’è poi il capitolo riguardante il servizio di igiene urbana: «L’organo ispettivo considera una conferma, sul piano indiziario, della condizione di permeabilità dell’ente ai tentativi di infiltrazione mafiosa, la circostanza che, nonostante l’avvenuta sottoscrizione del protocollo di legalità sulla prevenzione antimafia nei pubblici appalti, l’amministrazione non ha inteso applicarne i contenuti all’appalto per l’affidamento del servizio di nettezza urbana e la scelta è ricaduta su una società cooperativa che ha a sua volta affidato l’esecuzione del servizio ad un proprio associato risultato gravato da condizioni di interdizione antimafia per contiguità a potenti consorterie camorristiche. Anche negli affidamenti di lavori per somma urgenza, la commissione ha rilevato che sono state prescelte, senza motivazione e indicazione dei criteri di selezione, società riconducibili ad un imprenditore vicino ad esponenti di diversi clan camorristici e con gravi precedenti penali tra cui l’associazione mafiosa, l’estorsione e il tentato omicidio». Dunque, un quadro a dir poco fosco quello descritto dieci anni fa. Sullo sfondo lo scioglimento per camorra. Ed oggi, in molti, hanno ricordato quegli eventi.