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POZZUOLI/ Cucina, mare e aperitivi: la nuova vita del capoclan pentito Antonio Ferro – LE FOTO

POZZUOLI/ Cucina, mare e aperitivi: la nuova vita del capoclan pentito Antonio Ferro – LE FOTO
  • Pubblicato11 Settembre 2025

POZZUOLI – Le cene nei ristoranti, gli aperitivi, le giornate al mare e le passeggiate al centro commerciale. Momenti della nuova vita di Antonio Ferro, boss dell’omonimo clan di famiglia diventato collaboratore. E’ proprio lui l’attore protagonista di un racconto fotografico pubblicato su Facebook e Instagram attraverso un account creato con un nome di fantasia. Immagini che lo ritraggono in momenti di quotidianità insieme alla moglie e ai figli, in una località protetta lontana dai confini campani. Un “esilio” durante il quale il capo del clan Ferro ha coltivato la sua grande passione: la cucina. Con una lunga esperienza da cuoca alle spalle, l’ex capoclan si è dilettato a cucinare specialità di mare e di terra per poi mostrarle sui social ai pochi “amici” e “follower” che seguono i suoi profili.

LA STORIA – Quarantaquattro anni, figlio di Rosario detto “capatosta”, boss ucciso nel 1988 e nipote dell’attuale capoclan Gaetano Beneduce, Antonio Ferro dal 2010 al 2o14 ha gestito il clan di famiglia insieme al fratello Andrea prima di essere arrestato insieme ad altre 45 persone durante l’operazione anti camorra “Iron Men” nel 2016. Condannato a 18 anni e 4 mesi di carcere, ha poi beneficiato dell’articolo 8 previsto per chi collabora con la giustizia ottenendo una riduzione della pena che lo ha portato a scontare 7 anni e 2 mesi.

IL POTERE DEI FERRO – La scalata al potere criminale di Antonio Ferro, ritenuto la mente del gruppo e del fratello Andrea (che sta scontando 13 anni di carcere) era iniziata nell’estate del 2010 dopo l’operazione “Penelope” che portò in carcere ben 84 affiliati ai Longobardi-Beneduce. Da quel momento i due presero in mano le redini degli affari illeciti soprattutto a Pozzuoli e Quarto, approfittando del vuoto che si era venuto a creare. Anni segnati da aggressioni, minacce, pestaggi e attentati. Tutti dovevano sottostare ai fratelli Ferro: negozianti, commercianti dei mercatini rionali, spacciatori e perfino parcheggiatori abusivi, costretti a pagare il pizzo al clan.

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