POZZUOLI/ Clan a pezzi, dopo l’arresto del boss c’è il vuoto
POZZUOLI – Ottantaquattro arresti nel giugno del 2010 con l’operazione “Penelope”; 44 arresti lo scorso novembre con l’operazione “Iron Men”; l’arresto del boss Gaetano Beneduce nel 2009 dopo 3 anni di latitanza; numerosi blitz e arresti negli ultimi anni; e questa mattina l’arresto del boss Gennaro Longobardi. A Pozzuoli la camorra è in ginocchio, dello storico clan “Longobardi-Beneduce” rimane poco o nulla, se non piccola “manovalanza” disorientata dopo l’arresto del capoclan. Gli unici nomi di “spicco” sono quelli di Salvatore Ferro, 42 anni, alias “Savio”, fratellastro del boss Gaetano Beneduce, attualmente sorvegliato speciale, uscito dal carcere nel luglio del 2016 dopo oltre 6 anni di detenzione; e Ferdinando Longobardo, 56 anni, fratello del boss Gennaro, anch’egli sorvegliato speciale. I loro nomi figurano tra quelli dei personaggi che hanno scritto la storia della camorra puteolana degli ultimi 10 anni
IL VUOTO – Insieme a Ferro c’è qualche piccolo affiliato reduce da “Penelope”. Poi il vuoto. Un vuoto da oggi creato grazie alle mazzate inferte dalla DDA di Napoli e dai carabinieri di Pozzuoli che oltre a decapitare il clan e i gruppi che si sono mossi sotto il cartello dei “Longobardi-Beneduce”, li hanno anche svuotati, arrestando capi, gregari e piccola manovalanza e depotenziandoli anche da un punto di vista militare.
DISTRUTTA LA CAMORRA FLEGREA – Attualmente sono in carcere i boss Gennaro Longobardi e Gaetano Beneduce, i fratelli Antonio e Andrea Ferro che avevano creato un gruppo criminale che dal dopo-Penelope aveva imposto la propria forza sul territorio gestendo in particolare droga e estorsioni. Poi era stata la volta di Napoleone Del Sole, capo dei “cani sciolti” del clan, gruppo sgominato dai carabinieri in pochi mesi: attualmente Napoleone è collaboratore di giustizia. In carcere c’è anche Nicola Palumbo alias “Faccia abbuffata”, capo di un gruppo che entrò in contrasto con quello di Del Sole. Mentre stanno scontando pene decennali Lino e Salvatore Pagliuca, reggenti dell’omonimo clan e il RAS di via Napoli Saverio Di Costanzo, detto “o cecato”.