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POZZUOLI/ «Butto giù quella Cappella». E scoppia la rissa nel quartiere

POZZUOLI/ «Butto giù quella Cappella». E scoppia la rissa nel quartiere
  • Pubblicato15 Luglio 2012
La cappella votiva

POZZUOLI –  Il silenzio e quell’atmosfera magica vengono rotte dall’urlo “Satana, Satana”. Scoppia una rissa, credenti e non credenti vengono alle mani con schiaffi, pugni, calci. La cappella sorge in un angolo di cortile, intorno ci sono i palazzoni popolari. Ai balconi sono affacciate donne, giovani, anziane. Dall’alto guardano la cappella. Dentro c’è quella parete d’intonaco sulla quale è comparsa una visione, dicono sia la Madonna. E lo dicono tutti. Quel “Satana” di uomo è una minaccia. Scendono tutte giù, scoppia la bagarre. Urla, minacce. Un giovane grida verso quell’uomo di almeno vent’anni più grande di lui. Le sue parole hanno profanato quel luogo tanto magico e sacro. Quell’uomo ha minacciato di “buttarlo giù”, di abbatterlo. Scoppia la rivolta. “Satana, sei Satana” gli urla il giovane devoto. Lo seguono le donne. I due vengono alle mani ma si riesce a separarli. Negli occhi della gente c’è rabbia, quelle parole hanno ferito il loro credo. Il giovane sembra immolarsi nuovamente a difesa della Madonna. Quell’uomo è “Satana”, non può dire quelle cose, non può minacciare di distruggere quell’angolo sacro. Riscoppia la rissa, coinvolge una decina di persone. Due sono i principali attori di questo scenario più profano che sacro. Si cerca di dividerli, di far da pacieri. All’indecoroso spettacolo assistono anche alcuni “pellegrini” che alle 16 di una torrida giornata di metà luglio sono sotto al sole, venuti in questo anonimo cortile di Monterusciello per portare un saluto a quella visione di Madonna. Fedeli e non hanno dato vita a una furibonda rissa. Dopo qualche minuto la tensione scende e finalmente la situazione ritorna alla calma. “L’abbiamo fatto per la Madonna, quell’uomo voleva buttare giù quella cappella e noi non potevamo permetterglielo”. La bagarre è finita, la Madonna è ancora lì. La Fede anche, quella non si tocca.

GENNARO DEL GIUDICE