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Palestina libera, manifestazione all’esterno dell’industria Leonardo a Bacoli – LE FOTO

Palestina libera, manifestazione all’esterno dell’industria Leonardo a Bacoli – LE FOTO
  • Pubblicato23 Febbraio 2024

BACOLI – Stop armi ad Israele. La protesta pro-Gaza arriva anche a Bacoli. In questi minuti è in corso, infatti, una manifestazione davanti alla sede della “Leonardo”, industria aeronautica e aerospaziale, ubicata in via Giulio Cesare. Bloccato l’ingresso allo stabilimento flegreo, dodicesima impresa di difesa al mondo e prima in Unione europea per grandezza. In prima linea gli attivisti della Rete Napoli della Palestina, della Rete studentesca per la Palestina e del sindacato Si Cobas. Affissi striscioni e manifesti. Imbrattati anche i cancelli della fabbrica con le scritte in vernice rossa: “Free Palestine”; “Stop al genocidio”, “Macchina di morte”.

LA PROTESTA – «Oggi siamo qui – spiegano gli attivisti in un comunicato – per dire chiaramente che il Governo italiano e la Leonardo sono complici del genocidio del popolo palestinese: il rifornimento di armi da parte della prima azienda italiana per produzione bellica all’esercito di Nethanhyau rappresenta per noi un punto di non ritorno, è il momento delle azioni concrete contro i complici di questo sterminio». L’azienda bacolese è strutturata in cinque divisioni operative: elicotteri, velivoli, aerostrutture, elettronica cyber security. «In giornata – anticipano i manifestanti – è previsto a Napoli un corteo che partirà alle 14.30 a piazza Garibaldi, nell’ambito di uno sciopero nazionale che convoglierà poi nella manifestazione di domani sabato 24 febbraio a Milano». È forte la condanna alla fornitura di armi italiane all’esercito israeliano. In una nota della Rete per la Palestina, infatti, si legge: «Lo stabilimento Leonardo a Bacoli produce la componentistica militare per Israele tramite la controllata OtoMelara, che vende la componentistica ai cannoni israeliani che hanno già assassinato oltre 30mila persone nella Striscia. Un’azienda a capitale di Stato – conclude il comunicato – che afferisce a Finmeccanica e che vende armi a un Paese in guerra in violazione delle stesse leggi dello Stato e dell’articolo 11 della Costituzione». Sul posto ci sono gli agenti del commissariato di polizia di Pozzuoli per garantire l’ordine pubblico ed evitare disordini. Al momento non si registrano particolari momenti di tensione.