«Né eroi, né criminali»: la lettera dei primari dell’ospedale di Pozzuoli
POZZUOLI – I primari dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli scrivono una lettera aperta alla comunità flegrea dopo l’incremento dei contagi registrato sul territorio. In nove giorni la città ha presentato un aumento di 39 casi, che ruotano intorno al mondo ospedaliero e che attualmente sono in isolamento. Al Santa Maria delle Grazie i casi accertati tra medici, infermieri, oss e pazienti finora è pari a 50.
LA LETTERA – «Il clamore mediatico che sta travolgendo in questi giorni l’Ospedale S. Maria delle Grazie di Pozzuoli impone, a noi professionisti, che da anni abbiamo dedicato il nostro quotidiano impegno per offrire ai pazienti le più attuali e sofisticate procedure per il trattamento di complicate patologie con standard internazionali di cura, l’obbligo di fornire una diversa chiave di lettura degli episodi recenti. Ciò che è accaduto e che ci rattrista ed addolora, purtroppo è avvenuto in molti ospedali italiani e potrà continuare ad accadere anche in futuro per la difficile gestione di questa pandemia poco comprensibile nelle dinamiche infettive. Allo stato, non esiste nel mondo un modo univoco di trattamento e di contenimento della malattia, basti pensare al nuovo picco infettivo di ritorno avvenuto in Cina. Con il senno di poi tutti possono sentirsi autorizzati a criticare le scelte adottate. Ma certamente le scelte di noi professionisti sono sempre votate alla cura ed al trattamento dei pazienti, molto spesso adottate nella stringente urgenza che anche le altre patologie richiedono e che possono far aumentare i rischi gestionali. Non si può essere eroi un giorno e “criminali” il giorno successivo. Siamo sempre professionisti che possono sbagliare ma che, sempre in buona fede, adottano difficili scelte terapeutiche e comportamentali. Non entriamo nel merito di quanto accaduto ma ci sembra ingeneroso dimenticare improvvisamente tutto quello che di buono si è riusciti a realizzare in questo ospedale. L’obiettivo di tutti noi è di poter divenire un punto di riferimento oltre che per la popolazione del nostro territorio di appartenenza anche per una popolazione più ampia regionale ed extraregionale. Non è un caso che nel corso di questi ultimi anni, molte delle unità operative di questo ospedale sono state definite dalla stampa “eccellenze sanitarie”. Non ci sembra giusto, che il ritorno ingeneroso del clamore di fatti spesso non completamente esatti, crei insicurezza nella popolazione e nei pazienti».
“NO ALLA POLEMICHE” – «Il nostro contributo operativo sarà, come sempre ma ancor più forte da oggi, di fornire il nostro bagaglio di esperienza clinica in piena sinergia con il management aziendale affinché in tempi brevissimi sia possibile fornire, nuovamente, una corretta risposta ai bisogni di salute dei pazienti – si legge ancora nella lettera a firma dei primari del nosocomio – . Cercheremo in tempi brevi di favorire ulteriori percorsi di accettazione e di terapia in modo da minimizzare i rischi di contagio e riuscire a dare una risposta anche a tutte quelle patologie non oncologiche che affliggono la nostra popolazione e che, per questa emergenza, sono state accantonate come nel resto del Paese. Crediamo che in questo momento di difficoltà non giovi a nessuno alzare i toni e favorire polemiche che non abbiano una valenza strettamente operativa. Cui prodest? Confidiamo e, siamo certi, che lo sforzo collettivo sia, da tutti noi, proiettato alla cooperazione per la risoluzione dei problemi e non alla disgregazione del patrimonio professionale ed umano del nostro ospedale».