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MONTE DI PROCIDA/ «Il Sindaco Iannuzzi costretto a lasciare il consiglio comunale per evitare incidenti»

MONTE DI PROCIDA/ «Il Sindaco Iannuzzi costretto a lasciare il consiglio comunale per evitare incidenti»
  • Pubblicato26 Giugno 2013
Il Sindaco di Monte di Procida Francesco Paolo Iannuzzi

MONTE DI PROCIDA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del PDL di Monte di Procida con il quale il partito spiega le motivazioni che lunedì 24 giugno hanno spinto il Sindaco di Monte di Procida Francesco Iannuzzi ad abbandonare il Consiglio comunale.

LA VERSIONE DEL PDL – Nella seduta del Consiglio Comunale tenutasi presso la casa comunale in data 24 giugno c.a. si è assistito ad un gravissimo ed increscioso episodio da parte dei gruppi di minoranza in Consiglio Comunale. L’assise civica si era riunita, su richiesta di otto consiglieri comunali, per discutere della problematica dell’inquinamento marino del litorale flegreo compreso tra Cuma e Capo Miseno. Un argomento di grande importanza cui il Popolo della Libertà di Monte di Procida,  espresso dalla maggioranza in Consiglio Comunale, ha sempre dato grande attenzione ponendo le basi fattuali e tra poco esecutive di progetti che miglioreranno le qualità ambientali di Monte di Procida e dei Campi Flegrei. Solo per citare una delle tante iniziative intraprese vi è la realizzazione in atto del progetto “Grandi Laghi” che servirà al risanamento ambientale proprio di Monte di Procida e dei Campi Flegrei.

L’AGGRESSIONE VERBALE – Durante il Consiglio Comunale, – si legge nella nota diramata dal Popolo della Libertà – sulla problematica inquinamento marino, la maggioranza è stata costretta ad abbandonare l’aula per l’ aggressione politica dovuta all’ isteria della minoranza. Nel corso del dibattito in aula infatti, il Sindaco stava cominciando il suo intervento per rendere note le attività amministrative svolte per la tutela del mare,  gli interventi che si stanno svolgendo e quelli da programmare, per la tutela di una risorsa che interessa tutta la Comunità Montese senza nessuna distinzione politica, quando è stato verbalmente aggredito dalla minoranza per non farlo parlare. Un comportamento inaccettabile per cui l’intera maggioranza per senso di responsabilità e per evitare ulteriori incidenti ha dovuto abbandonare l’aula.